Alassio. Nell’ottobre del 2016 finirà di scontare la sua pena, ma già quest’estate Don Luciano Massaferro potrebbe lasciare il carcere di La Spezia dove è detenuto dal luglio del 2012. Il sacerdote alassino, condannato in terzo grado a sette anni e otto mesi di reclusione per abusi sessuali su una minore, tra qualche mese dovrebbe infatti godere di quelli che in gergo si chiamano “benefici carcerari”.
Una soluzione che permette ad un detenuto, quando mancano meno di tre anni alla fine della pena, di richiedere misure alternative alla detenzione. Don Luciano Massaferro ha deciso di puntare sull’affidamento in prova ai servizi sociali. I suoi legali, gli avvocati Mauro Ronco e Alessandro Chirivì, hanno già presentato la richiesta per ottenerli e sono in attesa della fissazione dell’udienza da parte del Tribunale di Sorveglianza.
La concessione dell’affidamento in prova, che permetterebbe al parroco di tornare in libertà seppur con qualche limitazione, è subordinata alla valutazione di alcuni fattori, tra cui il comportamento del detunuto e la sua pericolosità sociale. Aspetti che non dovrebbero rappresentare un ostacolo per il sacerdote: da quando è recluso sta mantendendo un atteggiamento irreprensibile all’interno dell’istituto penitenziario.
L’affidamento in prova potrebbe non essere l’unica novità del 2014 di Don Luciano: sempre entro la fine di quest’anno infatti il suo caso dovrebbe arrivare davanti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo. L’ultimo “giudice” al quale il sacerdote, che si è sempre detto innocente, poteva rivolgersi per ribaltare la sentenza del tribunale di Savona, poi confermata in Appello ed in Cassazione.