Area crematoria a Loano, Ivano Rozzi: “Valutare tutti gli effetti che l’opera comporta”

Ivano Rozzi - sindaco Giustenice

Loano. Tramontata l’opzione di Leca d’Albenga con la caduta della giunta Guarnieri, un forno crematorio a ponente potrebbe arrivare a Loano, presso il cimitero in località Berbene. In questi giorni diversi esponenti politici hanno esternato la propria opinione e non sono mancate le polemiche.

Sulla questione interviene Ivano Rozzi, sindaco di Giustenice. “La descrizione dell’area corrisponde – dichiara -, essendo un’area poco insediata, posizionata in una sorta di valletta sufficientemente nascosta e pressoché solo visibile dall’autostrada. La tipologia di opera non riguarda tanto l’ubicazione sulla titolarità del luogo di insediamento bensì la collocazione territoriale con riferimento al contesto circostante proprio in ordine agli effetti segnalati di dispersioni dei fumi e dei particolari che un’opera di tal rilievo comporta”.

“Tra l’altro – prosegue Rozzi -, i dati indicati dai quotidiani danno cenno a due forni a ciclo continuo, da qui la mia osservazione. Guardando il contesto circostante ci si accorge che per la caratteristica del luogo e per la ventosità nota possono essere interessati potenzialmente anche tratti dei Comuni vicini. Quindi ritengo che questa tipologia di impianti di uso pubblico, ormai convenzionali e destinati a fornire prestazioni in crescendo, anche, soprattutto oltre i normali confini comunali debbano, alla pari degli altri servizi, entrare in un contesto di maggior condivisione della scelta oltre a determinare anche un bilanciamento degli oneri che portano con se”.

“Questo proprio in ragione di leggere la gestione del territorio e del suo sviluppo e progresso non più in un ottica del fazzoletto ma bensì aprirsi ad una matura collegialità nei processi rinnovatori di un territorio – sottolinea il primo cittadino di Giustenice -. Si badi bene non centra qui la questione ‘non sul mio territorio’, è un qualcosa che deve trovare punti di accordo per il mantenimento dei valori delle aree limitrofe, per garantire il valore degli immobili nel raggio di azione, soprattutto per non deprimere contesti che potrebbero, preventivamente essere coinvolti, e riequilibrare i vari indici negativi”.

“Da parte mia sono assolutamente favorevole affinché questi impianti abbiano a realizzarsi – afferma -; mi pongo solo l’interrogativo se un territorio a esclusiva vocazione turistica debba necessariamente avere tutto o se invece, su certe tipologie di impianti, sia meglio una valutazione di compatibilità non solo tecnica”.

“Faccio un semplice paragone con il depuratore dei reflui: al cittadino e al turista va dato un’ambiente sano, un mare pulito, attraverso opere che non limitano la loro funzione al solo comune di insediamento, ma all’intero comprensorio e anche oltre, è quindi necessario operare lì dove la necessità vuole, anche con contributo di solidarietà a favore di chi accoglie opere che comunque non sono simpatiche. Alla stessa stregua – conclude – un’impianto di questo genere deve generare atteggiamenti simili, essendo ancor più complesso definirne i limiti di espansione e di influenza”.

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