Spiagge sommerse dai detriti dopo la mareggiata: si attendono i provvedimenti di Regione e Provincia

Riviera. Giovedì mattina, giorno di Santo Stefano, all’indomani della “tempesta di Natale”, uno spettacolo insolito saltava agli occhi di tutti coloro che camminavano lungo le passeggiate delle località costiere, da Andora a Varazze, senza eccezioni. Le spiagge, esaurita la mareggiata, sono rimaste letteralmente coperte da detriti di ogni tipo.

Particolarmente colpite da tale fenomeno, inevitabilmente, le zone di arenile situate alle foci di fiumi e torrenti. Quintali di tronchi, rami, fogliame, canne, tavole di legna. Ma anche di rifiuti di ogni genere: bottiglie di plastica, copertoni, lattine.

Giovedì e venerdì il mare era ancora molto agitato. Ieri, invece, la pioggia è tornata a cadere copiosa, fino a tarda sera. Questa mattina, con il sole e un mare decisamente più tranquillo, il problema ricomincia a far discutere.

Il primo ad intervenire sulla questione, venerdì, è stato Enrico Schiappapietra, presidente regionale del Sib che ha ricordato: “Il legname è considerato rifiuto urbano e quindi il suo smaltimento costa moltissimo, soprattutto alle amministrazioni. Non è smaltibile come legna perché impregnato di sale”.

“Chiederemo al presidente regionale Burlando e al presidente provinciale Vaccarezza di poter rifare quello che si faceva sino a qualche anno fa: bruciare il materiale legnoso, separandolo da qualsiasi altro – ha affermato -. Crediamo che sia un provvedimento opportuno, perché si tratta di quantità davvero importanti”.

Ad Albenga ha preso la parola Alessandro Andreis, locale segretario del Pd, chiedendo di “verificare, con gli uffici competenti, la possibilità di autorizzare i privati cittadini interessati al recupero del materiale ligneo che si è riversato sulle spiagge”.

“Le operazioni potrebbero essere consentite al puro scopo di consumo privato, in un periodo di giorni limitato ed in un orario diurno ed eventualmente sotto il controllo, in pattugliamento, dei vigili urbani, il tutto per ridurre, ove fosse possibile, la spesa per la sistemazione degli arenili stessi in un momento di crisi profonda per tutti i settori” ha proposto Andreis.

Ieri il capogruppo di Forza Italia Marco Melgrati, su richiesta di molti operatori balneari, ha scritto a Burlando, Vaccarezza e al comandante della Capitaneria di Porto di Savona per sollecitare una soluzione.

“Non tutte le amministrazioni sono sensibili come quella di Alassio e di Loano, che hanno messo a disposizione scarrabili, o che fanno accumulare le cataste e si accollano l’onere dello smaltimento – ha detto Melgrati -. Ho scritto per chiedere di poter rifare quello che si faceva sino a qualche anno fa, e cioè bruciare il materiale legnoso. Non è una pratica inusuale perché appunto già autorizzata nel passato, e sicuramente non dannosa per l’ambiente. Inoltre non graverebbe sulle amministrazioni, che pure si sono accollate lo smaltimento, del costo della discarica”.

Concordando con la proposta di Schiappapietra, Melgrati rimarca come “sia indispensabile fare presto, per restituire il litorale ai turisti che sceglieranno le nostre località balneari tra Capodanno e l’Epifania”.

Il risultato della mareggiata è sotto gli occhi di tutti, dato che turisti e residenti, passando davanti alle spiagge, non possono far altro che notare l’impressionante quantità di materiale di ogni genere che giace sulla sabbia. Ora la parola passa alle istituzioni che, in tempi di magra per le amministrazioni, sono chiamate a prendere una decisione che possa dare il via al più presto allo smaltimento e alla conseguente “liberazione” delle spiagge dal fastidioso e maleodorante ingombro.

Nelle foto: eccoo come si presentava, questa mattina, la spiaggia di Pietra Ligure.

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