Cronaca

Omicidio Stella, un fucile clandestino ha ucciso Andrea Macciò: domani l’autopsia

Omicidio Stella Corona

Stella. Una Doppietta Beretta calibro 20 che sparava pallini. Questa l’arma clandestina, con matricola abrasa, che ha ucciso Andrea Macciò, 45 anni, il genovese morto a seguito del colpo di fucile sparato accidentalmente dall’amico Claudio Tognini, 35 anni, anche lui genovese, nell’abitazione di Alessio Scardino, 33 anni, il proprietario dell’arma illegale: per quest’ultimo, oltre all’accusa di occultamento di cadavere anche quella di detenzione di arma clandestina, mentre Tognini dovrà rispondere di omicidio colposo. Il colpo, partito per uno scherzo, è partito a distanza ravvicinata tale da non lasciare scampo al 45enne di Sestri Ponente.

Secondo la ricostruzione degli agenti della Squadra Mobile il cadavere sarebbe stato portato dal solo Tognini nella sua abitazione di Stella Santa Corona, con Scardino che l’avrebbe aiutato a caricarlo sull’auto. Il primo si sarebbe diretto verso l’altra casa per occultare il corpo sotto ad un telo, con il secondo impegnato a ripulire l’alloggio dove si era consumata la tragedia. E i due si sarebbero poi separati.

Dopo una notte di “riflessione” e “pentimenti” la decisione di costituirsi in Questura denunciando l’accaduto. Tra le motivazioni che avrebbero spinto i due a ritardare la confessione anche l’arma illegale dalla quale è stato esploso il fatale colpo.

Sul fronte delle indagini si attendono i riscontri da parte della polizia scientifica mentre per domani dovrebbe essere conferito l’incarico per l’autopsia da parte del pm Chiara Venturi al medico legale Marco Canepa. Proprio dall’esame autoptico gli inquirenti cercano ulteriori conferme alla versione fornita dai due amici. Viene escluso, inoltre, che i tre fossero sotto l’effetto di alcol al momento della tragedia.

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