Liguria. Una situazione allarmante, cui la politica deve dare immediatamente una risposta forte se non si vuole assistere a una deriva demagogico-populista capace di portare ad una svolta autoritaria: la pensa così Marco Merli, presidente di CNA Liguria, a proposito della rivolta dei Forconi che sta “scombussolando” l’Italia.
“Diverse città italiane sono state percorse da cortei di protesta, ove a fianco di alcuni gruppi di auto-trasportatori si sono uniti disoccupati, giovani senza speranza di trovare un lavoro, lavoratori immiseriti dalla crisi, commercianti e artigiani sull’orlo del fallimento. La Liguria è stata uno dei punti focali del movimento di protesta a livello nazionale – scrive Merli – Una mancata risposta ai problemi di milioni di persone e l’aggravarsi quotidiano dell’esistenza di ogni giorno hanno generato sentimenti di rabbia e di disperazione che non trovano più i canali tradizionali della loro espressione e rappresentanza. Ci sono giunte notizie, in particolare da Imperia e Savona, di minacce per chi non chiude l’attività o non abbassa le serrande del negozio, e di blocchi selvaggi, paralisi, disagi per cittadini, lavoratori ed esercenti, sensazione di insicurezza personale. Le Forze dell’Ordine hanno certamente conosciuto delle difficoltà, la prima delle quali è l’anonimato degli organizzatori e quindi la mancanza di interlocutori”.
“In una situazione di disperazione economica, di crisi perdurante da ormai cinque anni, con un Parlamento che viene accusato di delegittimazione, con la mancanza di una legge elettorale seria, con i leader politici dei maggiori partiti tutti fuori dal Parlamento, con chi urla al “colpo di Stato”, e con un attacco al Capo dello Stato e la manifesta incapacità delle forze politiche di dare una seria e forte risposta alle domande che il Paese rivolge, si mette a forte rischio la coesione sociale e persino la democrazia politica” sostiene Merli che propone una ricetta.
“Tagli immediati ai costi della politica, ed alle spese ministeriali (e non solo agli Enti Locali), forte sburocratizzazione, (le imprese non possono avere 54 scadenze di ordine fiscale in un anno, più quelle del lavoro, dell’ambiente, della sicurezza, e molto altro); eliminazione immediata degli Enti inutili, Revisione della spesa delle Regioni su modello unico di bilancio; unificare, razionalizzare le scadenze, togliere tutti i regimi autorizzativi, abbattere i tempi delle autorizzazioni e della giustizia civile; colpire l’evasione fiscale, tassare i patrimoni all’estero, come fanno molti Paesi, confiscare i patrimoni delle malavite, tassare a livello europeo le rendite finanziarie, far pagare il dovuto alle Società che gestiscono scommesse e giochi vari. Le Pubbliche Amministrazioni devono pagare i debiti nei confronti dei fornitori, gli appalti devono essere riformati per evitare che siano territori di poche aziende privilegiate, il credito deve essere raggiungibile – a tassi non usurai – per tutte le imprese”.
“Così – sostiene il presidente CNA Liguria – si ricavano soldi per abbattere decisamente le tasse più alte in Europa sulle imprese e sui redditi da lavoro e pensioni. Così si deve intervenire per ridurre un costo del lavoro altissimo col contemporaneo paradosso di salari troppo bassi. Se questo non sarà fatto e se non sarà fatto alla svelta, il rischio di una deriva demagogico-populista che porti ad una svolta autoritaria è dietro l’angolo”.