Cronaca

Evasione del serial killer Gagliano, il Sappe: “Applicare il braccialetto elettronico di controllo”

carcere marassi

Savona. “Il mancato rientro nel carcere di Genova Marassi del detenuto Bartolomeo Gagliano, accusato di tre omicidi e un tentato omicidio, rientra purtroppo tra gli eventi critici che possono accadere. Ora è assolutamente prioritario catturare l’evaso ma questo episodio, seppur grave, non può inficiare l’istituto della concessione di permessi ai detenuti, anche perché gli episodi di evasione sono minimi, ma è evidente che c’è sempre qualcuno che se ne approfitta”. A dichiararlo è Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto del sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe, che commenta la clamorosa evasione di Bartolomeo Gagliano, il killer detenuto nel carcere genovese.

Nel 2012 sono state complessivamente 13 le evasioni commesse da soggetti ammessi al lavoro all’esterno, 14 quelle poste in essere da Istituti di pena, 55 dopo aver fruito di permessi premio e 27 dalla semilibertà, mentre nei primi sei mesi del 2013 si sono contate 6 evasioni da strutture di pena, 20 da permesso premio 1 da lavoro all’esterno e 7 dalla semilibertà.

Il Sappe chiede “di valutare l’opportunità che ai detenuti in permesso venga applicato il braccialetto elettronico di controllo, costato peraltro decine di milioni di euro pubblici e poco utilizzato. Ciò permetterebbe di tenerlo sotto il controllo di una Centrale Operativa interforze, pronta ad intervenire in caso di anomalie”.

E “ai ministri dell’Interno Alfano, già Guardasigilli, e della Giustizia Cancellieri, già all’Interno” Martinelli propone “di riprendere dai cassetti delle scrivanie ministeriali in cui inspiegabilmente è stato riposto da sinistre mani maldestre quello schema di decreto interministeriale finalizzato a disciplinare il progetto che prevede l’utilizzo della polizia penitenziaria all’interno degli Uffici di esecuzione penale esterna (Uepe) nel contesto di un maggiore ricorso alle misure alternative alla detenzione. Quello della polizia penitenziaria proiettata nel controllo esterno dei detenuti è un provvedimento che alla luce della legge concepita dal Governo e ratificata dal Parlamento assume una prioritaria urgenza”.

“Per molti mesi – conclude – abbiamo discusso con l’amministrazione penitenziaria la bozza del decreto interministeriale Giustizia-Interno, ma inspiegabilmente quel decreto si è arenato in chissà quali meandri pur potendo costituire un importante tassello nell’ottica di una riforma organica del sistema penitenziario e giudiziario italiano. Si era previsto molto chiaramente come il ruolo della polizia penitenziaria negli uffici per l’esecuzione penale esterna fosse quello di svolgere in via prioritaria rispetto alle altre forze di polizia la verifica del rispetto degli obblighi di presenza che sono imposti alle persone ammesse alle misure alternative della detenzione domiciliare e dell’affidamento in prova”.

“Il controllo sulle pene eseguite all’esterno, oltre che qualificare il ruolo della polizia penitenziaria, potrà avere quale conseguenza il recupero di efficacia dei controlli sulle misure alternative alla detenzione, cui sarà opportuno ricorrere con maggiore frequenza. Efficienza delle misure esterne e garanzia della funzione di recupero fuori dal carcere potranno far sì che cresca la considerazione della pubblica opinione su queste misure, che nella considerazione pubblica, non vengono attualmente riconosciute come vere e proprie pene. Per questo motivo auspico che i ministri Cancellieri ed Alfano riprendano in mano quello scheda di decreto interministeriale al più presto”.

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