Savona. L’aggettivo che accompagna il nome stesso dello sport è eloquente: football americano. Negli Stati Uniti è nato nel 1869 e si è diffuso capillarmente, diventando un’autentica “religione” per gli sportivi americani. In Italia non è così ma, anche se raramente sotto i riflettori, vanta la sua nutrita schiera di appassionati. Approdato per la prima volta nel 1944, si è sviluppato solo recentemente. Il primo titolo italiano fu assegnato nel 1980, tra squadre di una sola città, Roma.
Il football americano, nel nostro Paese, ha vissuto un boom proprio in quegli anni e, dopo un periodo buio, sta dando segnali di ripresa. In Italia i praticanti sono alcune migliaia e soprattutto il movimento giovanile appare in crescita.
In tutto il ponente ligure c’è una sola realtà, ma ben consolidata. Dal 1983, ossia 30 anni, citare il football a Savona equivale parlare dei Pirates.
“E’ uno sport di squadra appassionante che insegna grandi valori quali spirito di squadra, unione, sacrificio, disciplina – spiega il presidente dei Pirates Savona, Michele Giacchello -. Si gioca dagli 8 anni, con la specialità del flag football, fino ai 40 anni. A prescindere da fisico, statura, capacità tecniche, chiunque può praticarlo con la dovuta preparazione”.
“I Pirates – sottolinea il numero uno della società – sono una squadra che è attiva a Savona dal 1983 che ha sulle spalle 30 anni di agonismo e campionati, per la quale auspico un grandioso futuro. Qui in provincia siamo l’unica squadra. Abbiamo un settore senior che abbraccia le province di Genova, Savona e Imperia. Inoltre abbiamo i settori giovanili, con un Under 19 a San Remo, un Under 15 e un Under 13 di flag football a Loano, un’academy giovanile a Savona”.
Una società viva e attiva, come testimoniano i numeri: 55 atleti senior, 21 under 19, 10 tesserati di flag football under 16 e 25 under 13, per un totale di 111 praticanti. Una prima squadra competitiva, un settore giovanile vivo.
I blu, questo il colore delle divise dei Pirates, vantano la partecipazione al campionato nazionale di Serie B tra il 1984 e il 1987, anno in cui vinsero il proprio girone e vennero promossi in Serie A2, dove giocarono dal 1988 al 1998.
Alcuni anni neri avevano messo a repentaglio l’esistenza stessa della società, ma recentemente la passione di dirigenti e giocatori ha riportato in auge i pirati. Iscritti al campionato CIF9, una delle leghe che costituiscono la Federazione Italiana di American Football, i savonesi sono approdati ai playoff sia nel 2010, nel 2011 e nel 2012.
Nella prossima stagione saranno di nuovo ai nastri di partenza, per tenere alto il nome di tutto il ponente ligure. Sono infatti ripartiti gli allenamenti dei Pirates, ogni lunedì, mercoledì e venerdì, dalle ore 21 alle 23, al campo sportivo Ruffinengo di Legino. “Abbiamo un ottimo accordo con l’U.S. Legino, che gestisce il Ruffinengo – dice il direttore sportivo Eugenio Meini -, quindi è da tre anni che ci alleniamo e giochiamo qua, un bell’impianto con tribune, terreno sintetico di ultima generazione e spogliatoi capienti”.
La stagione 2014 non è lontana e Meini la presenta così: “I Pirates fanno il campionato di terza divisione, detto CIF9, che è alla ribalta nazionale dato che è quello con il maggior numero di squadre. Ce ne sono circa 40 divise in gironi interregionali. L’obiettivo sportivo è quello di raggiungere i playoff visto che lo scorso anno non ci siamo riusciti e questo ci brucia ancora un po’. Quest’anno puntiamo in alto, abbiamo preso un offensive coordinator nuovo, Alessandro Biasotti, che ha vinto il campionato con i Predatori nel 2009. Non ci poniamo limiti e andiamo dritti per la nostra strada cercando di raggiungere le vette più alte”.
La prima squadra è affidata all’head coach Mauro Ferrari. E’ supportato dal defense coordinator Mauro Ferrari, assistito da Paolo Bientinesi, Giampiero Cattaneo, Mitch Decunsolo, e dall’offensive coordinator Alessandro Biasotti, assistito da Alessio Rivera, Tiziano Esposito, Roberto Zacco, Raul Zancan. Quest’ultimo ha anche il compito di game scouting.
I giovani della Pirates academy e del flag football, invece, si allenano al campo dell’oratorio San Paolo in via Giusti a Savona, lunedì e giovedì dalle ore 17,30 alle 19.
La crescita del settore giovanile è alla base della filosofia della società del presidente Michele Giacchello. Fin dal passato i promettenti Pirates hanno ottenuto successi, in particolare nel campionato Under 20, disputato tra il 1988 e il 1990, nel quale, nel 1989, i savonesi raggiunsero la semifinale nazionale.
Recentemente, nel 2010, l’Under 16 di flag football ha vinto il girone Nord Ovest, approdando alla fase nazionale, dove è arrivata fino alla quarta posizione. Gloria anche per i più piccoli, gli Under 13, che nel 2010 si sono laureati vicecampioni italiani.
Un settore giovanile ben avviato che ha lanciato ottimi talenti, al punto che tre savonesi, negli ultimi anni, hanno ricevuto una convocazione nella nazionale di categoria: Michael Ronco nell’Under 18, Fabio Mandaliti nell’Under 16, Francesco Buetto nell’Under 13.
Belle soddisfazioni, ma che non mettono in secondo piano le finalità primarie. “Partiamo da un punto di vista del sociale – rimarca Eugenio Meini -. Il football americano racchiude in sé lo spirito di squadra inteso come aiuto del compagno, che deve sapere cosa sto facendo e aiutarmi se sono in difficoltà. Se non c’è affiatamento, in campo risulta”.
Il football americano, nel Savonese, sta facendo proseliti. A Loano è molto ben avviato il team di flag football, versione più “soft” caratterizzata dall’assenza del contatto fisico in quanto l’avversario non viene fermato tramite il placcaggio bensì prendendo una bandierina che è attaccata alla cintura. Il flag viene praticato dalle giovani leve, ma anche a livello senior: è il caso dei Pirates Loano.
Il team loanese, guidato dalla dirigente responsabile Alessandra Fenoglio, conta sui coach Stefano Ghilino, Gabriele Cepollina, Luca Trabbia ed Alessandro Bruzzone e si allena presso l’oratorio San Michele sabato dalle ore 10 alle 12. Quest’anno ha preso parte ai playoff nazionali.
Uno sport duro, ma non per questo violento o pericoloso, anzi. “Con la dovuta preparazione atletica – dice Giacchello – gli infortuni sono pari a quelli di altri sport, a dispetto di quello che potrebbe sembrare vedendo una partita da fuori”. “Ci sono contatti fisici, è uno sport di collisione – gli fa eco il d.s. e vicepresidente Meini -, ma con un’adeguata preparazione fisica gli infortuni sono ridotti ai minimi termini. Secondo me, in percentuale, siamo sotto al calcio”.
I costi per praticarlo sono in linea con quelli di altre discipline. “Conosco esempi di ragazzi che giocano nelle squadre di calcio e la quota che loro pagano è superiore a quella che chiediamo noi – afferma il presidente -. Ci sono kit che con 250/280 euro ti danno l’attrezzatura completa, quindi parliamo di 500 euro che per una passione sportiva sono più che accettabili”.
La palla ovale “made in USA” a Savona e provincia è più viva che mai e anche all’ombra della torretta i giovani possono crescere sognando il Super Bowl.