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Treni, azione di salvataggio della Regione: salvi sei collegamenti sulla Savona-Ventimiglia

Savona. Il Ventimiglia Savona delle 17 e 22 (anche in orario festivo) e delle 19 e 32, oltre ai convogli Savona-Ventimiglia delle 8 e 39 e delle 16 e 39 (anche in orario festivo). Questi i sei treni, due coppie settimanali ed una festiva, che sono stati tagliati e che ora si spera di ripristinare grazie all’intervento della Regione Liguria.

“Una partita difficile per i tagli del Piemonte, lasciando in condizioni di forte disagio i viaggiatori del ponente ligure. Ne abbiamo discusso in Consiglio regionale e abbiamo fatto richiesta a Trenitalia di ripristinare questi collegamenti” afferma l’assessore regionale Enrico Vesco.

“E’ arrivata una richiesta precisa anche verso la Regione Piemonte affinché si possa far carico di questi convogli diretti verso il ponente savonese, anche nel rispetto di accordi già sottoscritti”.

La Regione Liguria attende una risposta entro il 13 di dicembre: “Altrimenti saremo costretti ad un taglio del servizio regionale spalmato su tutta la Regione per compensare i tagli sulla linea Savona Ventimiglia e utilizzare risorse nostre per garantire i collegamenti ferroviari”.

“Sul fronte del trasporto ferroviario cercheremo di mettere in atto una azione calibrata per non creare problemi ai pendolari e viaggiatori, valutando linee e convogli più o meno trafficati e da lì vedere una riorganizzazione del servizio regionale” conclude Vesco.

Nel corso del Consiglio regionale, a larga maggioranza (solo Aldo Siri (Liste civiche per Biasotti presidente ha votato contro) è stato approvato un ordine del giorno, primo firmatario Antonino Oliveri (Pd) e sottoscritto da gruppi di maggioranza e minoranza, che impegna la giunta a “sospendere, in attesa di una sollecita risposta della Regione Piemonte entro il 13 dicembre, ogni decisione in merito al piano di riduzione dei collegamenti interregionali di competenza della regione Liguria, a risollecitare la Regione Piemonte al rispetto degli accordi per la copertura degli oneri delle linee ferroviarie interregionali di competenza; a richiedere a Trenitalia uno studio che fornisca, a saldi invariati, una riorganizzazione del servizio sull’intero bacino regionale al fine di migliorare gli standard di qualità e efficienza tenuto conto delle percorrenze, dei flussi di traffico, del cadenzamento di orario e dell’integrazione ferro-gomma, secondo principi di equità; a avviare una verifica sull’applicazione del contratto di servizio fra Regione Liguria e Trenitalia in vista della scadenza prevista per il 2015, anche in funzione di una eventuale rinegoziazione e/o indizione di gara; a intervenire presso il governo affinché venga adeguatamente finanziato il Fondo nazionale per il trasporto pubblico locale; a promuovere una iniziativa in sede di Conferenza Stato-Regioni per affrontare le problematiche relative ai criteri di ripartizione delle competenze stabiliti a Tivoli nel 1998 in materia di linee interregionali”.

Il documento approvato ha recepito le modifiche suggerite in particolare da Edoardo Rixi (Lega Nord Liguria-Padania) che aveva richiesto di stabilire una data precisa entro la quale la Regione Piemonte dovesse rispondere alle richieste dei pendolari e quindi la Regione Liguria, anche in sede di votazione del proprio bilancio valutare i fondi da impegnare per i trasporti.

Sul tema è intervenuto con forza il presidente della giunta regionale Claudio Burlando: “Se decidiamo una modifica ai finanziamenti per i trasporti, aggiungendo al bilancio del comparto 4 milioni di euro necessari per ripristinare i treni che la Regione Piemonte ha tagliato, dobbiamo toglierli al sociale o da altre poste, magari agli altri treni che collegano il Ponente. È una possibilità e una responsabilità che è in capo al Consiglio, che dovrà votare nelle prossime settimane il bilancio. Un bilancio che ora è all’esame preliminare della Commissione”.

Burlando si è poi rivolto ai sindaci piemontesi presenti in aula che rumoreggiavano: “Dovreste apprezzare il fatto che con noi riuscite a parlare, mentre col vostro presidente della Regione non ci riuscite e avere anche un po’ di rispetto. La seconda possibilità è sollecitare il Piemonte a non fare questo taglio e dargli un tempo limite, ma se quella Regione, ben più ricca di noi, non ce la fa più a mettere fondi per i treni, la Regione Liguria non può fare il soccorso rosso al Piemonte verde”.

E rivolto al consigliere leghista Rixi che lo contestava ha ribattuto: “Le alternative sono le seguenti: la prima è che non cambiamo niente rispetto a come è adesso e il Ponente perde i collegamenti. Oggi sono venuti i piemontesi a protestare, la prossima volta verranno i cittadini del Ponente, e a questo punto te la sbrighi tu. La seconda possibilità è che mettiamo più soldi. La terza possibilità, salvo che il Piemonte non risponda che lascia i treni, è che noi ci assumiamo una responsabilità, sulla base di uno studio da sviluppare con Trenitalia da qui a febbraio, di riorganizzare il settore dei trasporti e trovare la quadra”.

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