Albenga. “Ministro Cancellieri, il caso di Tomaso ed Elisabetta, non è sufficientemente umanitario perché ve ne prendiate carico?”: questo l’interrogativo-provocazione che si legge sulla pagina virtuale del gruppo “Tomaso Libero!” che sostiene le sorti di Tomaso Bruno e Elisabetta Boncompagni, i due italiani in carcere a Varanasi da oltre tre anni con l’accusa di aver ucciso il proprio amico Francesco Montis nel corso di un soggiorno in India.
Una questione che segue le polemiche relative all'”interessamento” del ministro Cancellieri per le sorti di Giulia Ligresti, finita nei guai insieme ai suoi famigliari per il caso Fonsai. Gli amici del giovane ingauno e della ragazza torinese hanno sempre cercato l’appoggio delle istituzioni nazionali affinché si facessero carico del destino dei due italiani. Appoggio arrivato “a singhiozzo” e comunque non tale da dare un’accelerata a un iter giudiziario caratterizzato da continui rinvii e intoppi. Le polemiche nazionali sul caso Ligresti hanno così risvegliato questo sentimento di “abbandono” per un caso di malagiustizia, almeno così lo considerano gli utenti della pagina Facebook.
Ora si attende il 12 novembre per l’udienza (più volte rimandata) davanti alla Corte Suprema di New Delhi, che, nelle speranze degli amici e dei parenti di Tom e Eli, potrebbe ribaltare le sentenze di ergastolo in primo e secondo grado.