Liguria, nuova sospensione della caccia: Bruzzone abbandona Consiglio regionale

Liguria. Alla fine la decisione tanto temuta è arrivata: il Consiglio di Stato, dopo il ricorso degli ambientalisti, ha sospeso nuovamente la caccia in Liguria, annullando l’ultima decisione del Tar che aveva dato ragione alla delibera regionale sul calendario venatorio, il terzo varato in pochi mesi. Il Consiglio di Stato, che deve esaminare i ricorsi presentati da alcune associazioni ambientaliste, ha fissato il termine della sospensiva al prossimo 17 dicembre.

“Chiedo scusa al Presidente Boffa, forse tutto ciò influisce marginalmente rispetto all’ordine dei lavori del Consiglio Regionale, ma ho deciso di abbandonare la seduta del Consiglio Regionale. È appena giunta la comunicazione che rende nullo il lavoro svolto da questo Consiglio Regionale, dalle Commissioni competenti e dalla Giunta, che sull’argomento ha lavorato bene”.

Queste le prime parole del capogruppo della Lega Nord, Francesco Bruzzone, subito dopo la notizia della sospensione del calendario venatorio.

“È stata presa una decisione senza neanche ascoltare le parti. Il Consiglio di Stato ha sospeso di nuovo l’attività venatoria nella nostra regione, andando a ledere il nostro ruolo. Mi chiedo a questo punto, a cosa serva tenere le elezioni regionali, se un’intera assemblea legislativa compie gli atti, ma poi la sua volontà viene annullata, vanificata. Quindi forse non serve ad alcunché stare in Consiglio Regionale, se i diritti sono lesi da soggetti che non sono democraticamente eletti dal popolo. Ancora una volta, si va a colpire un’intera categoria. Per protesta, chiedendo scusa al Presidente, abbandono l’aula”.

Bruzzone, proprio sulla caccia, si era espresso poco prima in Consiglio regionale contro l’aumento della tassa di concessione governativa per le licenze di porto di fucile prevista da un emendamento della Legge di Stabilità: “Un aumento risulterebbe insostenibile se raffrontato alle ridotte capacità finanziarie della categoria soprattutto composta da pensionati e lavoratori dipendenti, alle ristrettezze delle condizioni e dei tempi di caccia vergognosamente ridotti rispetto alla per noi confinante Francia, alla totale mancanza della certezza del diritto di poter esercitare l’attività per la quale si è pagato”.

“E’ necessario intraprendere ogni iniziativa tesa alla bocciatura dell’aumento di detta tassa di concessione governativa, segnalando che buona parte dei cacciatori liguri pretenderebbero, a causa degli impedimenti ricevuti, il rimborso di una percentuale di quella versata per la stagione in corso” conclude.

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