“I have a dream”, ABCD + Orientamenti apre all’insegna dei sogni. Rossetti: “Gli adulti devono saper ascoltare”

Genova. Da Martin Luther King, che proprio 50 anni fa pronunciò il suo famoso “I have a dream”, ad ABCD + Orientamenti. Grandi sogni o modeste speranze, tutte racchiuse nella 18° edizione che si è aperta oggi a Genova. Tre giorni – fino a venerdì 15 novembre – di esposizione, conferenze e laboratori, pensati e realizzati per costruire il futuro delle nuove generazioni tramite un filo rosso che recita “Io ho un sogno, nello studio, nel lavoro e nella vita”.

La manifestazione è stata inaugurata da due giovani liguri di adozione. La 16enne Olena, nata in Ucraina e residente a Imperia, che ha recentemente partecipato, unica donna, alle finali della gara edile nazionale “Edil Trophy” per eleggere il “Muratore dell’anno” e Safi, residente a Genova, 18enne afghano, ferito in un attentato talebano dove ha perso la vita il padre, fuggito dal suo Paese e rifugiatosi in Italia dopo un’odissea di mesi attraverso Asia e Europa.

“Da piccolo ho visto troppe cose. Ora vorrei vivere qui e stare tranquillo, trovare un lavoro e ricongiungermi alla mia famiglia: non possiamo guardare per tutta la vita la guerra”. E’ questo il sogno di Safi, che proprio in occasione dell’inaugurazione incontrerà i familiari del Caporal Maggiore degli Alpini Tiziano Chierotti, originario di Arma di Taggia, caduto in Afghanistan lo scorso anno all’età di 24 anni, a ricreare una sorta di “collegamento” ideale tra un giovane che ha perso la vita per la pace e uno che cerca la pace fuggendo dalla stessa terra dilaniata dalle bombe.

“Ognuno ha il suo sogno e anche più di uno – spiega l’assessore regionale alla Formazione Pippo Rossetti – Io sogno che qui avvenga l’incontro tra ragazzi e famiglie con le filiere formative, la scuola superiore, l’università e il lavoro. Ci sono le facoltà universitarie, le scuole, gli enti di formazione professionale, le aziende. Ci sono più di 300 eventi con caratteristiche straordinarie: i ragazzi si mettono in mostra, hanno elaborato dei progetti e agiscono come protagonisti della loro vita. Questo è il messaggio più importante per loro: ce la si può fare. Ma anche gli adulti devono fare la loro parte: bisogna saper ascoltare, mettere i giovani in condizione di maturare il loro sogno e poi lavorare perché lo realizzino”.

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