Cengio. La sentenza del Tar scalda l’autunno di Cengio e preannuncia un inverno rovente, in vista dell’inaspettato ritorno alle urne previsto per la prossima primavera, se non addirittura prima.
“Sono in attesa che la prefettura mi comunichi cosa devo fare – spiega Sergio Marenco -. Nel caso il mio ente venga commissariato sono pronto a chiudere la porta e ad andare a Casa, non ho il bostik sotto la sedia.”
Le motivazioni del Tar saranno note solo tra due settimane, ma Marenco ha già alcune certezze: “Non faremo ricorso al Consiglio di Stato, certo è che se a mandare a casa un sindaco ed un intero Consiglio comunale fosse solo la mancanza di un sigillo su una busta mi lascia molto da pensare.”
La giunta Marenco non si era costituita in giudizio e anche in questo caso la spiegazione data dall’ormai ex sindaco è semplice. “Non avevamo responsabilità su quanto accaduto per questo aspettavamo serenamente la decisione delle istituzioni. Ricandidarmi? Vedremo, adesso ci sono sei mesi di tempo per decidere cosa fare” conclude il quasi ex sindaco.
Di umore opposto lo sfidante, che aveva perso le elezioni per una manciata di voti: “Ho poco da dire se non che oggi hanno vinto l’onestà e la verità, ha vinto la democrazia”.
Non è ancora chiaro cosa diranno le motivazioni della sentenza, ma Francesco Dotta spiega: “Auspico un ritorno alle urne e non un ribaltone con la mia proclamazione, io questa battaglia l’ho fatta per cercare la verità, non per una poltrona”.
Dotta lancia anche un appello ai suoi concittadini: “Basta con le polemiche, ora guardiamo al futuro per il bene di Cengio, non ho idea se mi candiderò alle prossime elezioni o se abbandonerò la scena politica, oggi voglio solo dire di essere soddisfatto di quanto deciso dal Tribunale Amministrativo Regionale”.