Economia

Cabur di Altare, disattese le aspettative dei sindacati: ancora braccio di ferro sui 33 licenziamenti

Cabur Altare

Altare. Delusione, amarezza, rabbia. Ma non ancora la rassegnazione, bensì la voglia di continuare a far valere le proprie ragioni. Sono queste le sensazioni che lasciano trapelare i lavoratori della Cabur di Altare, al termine dell’incontro con la proprietà, tenutosi nel primo pomeriggio odierno presso l’Unione Industriali.

Le aspettative dei sindacati sono state disattese, come afferma Andrea Pasa, portavoce della Fiom Cgil. “L’azienda si era impegnata, con noi e con la Regione, a presentare oggi un testo con il percorso di cassa integrazione e quello di licenziamento da posticipare al prossimo anno. Ma si sono presentati di nuovo con la questione dei 33 licenziamenti. Pretendono il fatto che, a prescindere da come vada il mercato, si prevedano comunque gli esuberi. E’ inconcepibile”.

Un pesante passo indietro, quindi, rispetto a quanto era emerso lunedì scorso, con l’azienda che si era dimostrata disponibile a rivedere il percorso proposto dai sindacati, eliminando dal tavolo i licenziamenti.

Pasa conferma la prossima mossa dei sindacati. “Chiederemo l’intervento di Provincia e Regione all’Unione Industriali il prossimo 13 novembre, perché facciano la loro parte – dichiara Pasa -. E’ inaccettabile firmare in bianco un futuro di licenziamenti”.

“Siamo sconcertati – afferma Alessandro Vella della Fim Cisl -. C’è stato un passo indietro rispetto all’incontro precedente, nonostante noi avessimo provato a cercare una mediazione, mostrando un’evidente apertura”.

“La proprietà oggi ha detto di voler questo accordo che licenzi i 33 lavoratori al termine della cassa integrazione – prosegue Vella -. Considerato che entro giugno ci devono comunicare se faranno l’investimento di cui si era parlato, abbiamo proposto di fare la verifica sulla mobilità a giugno. A quel punto potremo discutere e vedere com’è la situazione del mercato, affrontando numeri reali”.

“Ma niente da fare – rimarca Vella -. E’ stato un no su tutta la linea. Rispetto a quanto c’eravamo detti nell’incontro con la Regione, c’è stato questo passa indietro. Il nostro compito è tutelare i lavoratori, quindi domani, alle 13,30, faremo l’assemblea per decidere le posizioni da intraprendere. Auspichiamo che il 13, con le istituzioni, si possa trovare una quadra per poter così riequilibrare questo clima, divenuto esasperante”.

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