India. Una serie di martedì sfortunati che costellano un iter giudiziario pieno di intoppi piuttosto snervanti. Si conclude con un nuovo nulla di fatto l’ennesimo capitolo della vicenda di Tomaso Bruno ed Elisabetta Boncompagni, i due italiani – lui albenganese e lei torinese – in carcere da più di tre anni con l’accusa di aver ucciso l’amico Francesco Montis nel corso di una vacanza a Varanasi e condannati in primo grado all’ergastolo.
“Era praticamente impossibile arrivare alla discussione del nostro caso avendo il numero 31 della lista! Domani si saprà la nuova data e l’attesa continua” è l’annuncio via Facebook della madre del ragazzo ingauno, che fa riferimento all’udienza davanti alla Corte Suprema di New Delhi che avrebbe dovuto pronunciarsi sulla vicenda. Anche la scorsa settimana il caso era slittato perché non si era arrivati a discutere nemmeno la metà delle udienze previste per quella giornata.
“È veramente una cosa inaccettabile – è il commento dell’onorevole Franco Vazio, che da tempo segue da vicino la vicenda dei due ragazzi – Certo è che prendersela con i giudici non è mai cosa consigliabile… soprattutto in India Speriamo nella prossima udienza”.
Intanto gli amici di Tomaso hanno dato vita a una raccolta fondi destinata alla produzione di un film documentario sulla storia di Tom e Eli. Il film sarà affidato a Adriano Sforzi, autore e regista, vincitore tra l’altro del David di Donatello come migliore corto italiano per il 2011.