Lettera al direttore

Senza una gamba… non è invalido

Se un tagliando invalidi vale più di una gamba amputata: quando la burocrazia supera il buon senso. Tutto incredibile, ma vero. Forse bisognerebbe provare per credere. All’Ospedale di Albenga, l’ho raccontato qualche giorno fa proprio su un mio post di facebook, il regolamento dell’ASL savonese prevede che la persona disabile che accede alla struttura con il proprio veicolo non debba pagare il ticket perchè esente, purché esibisca il tagliando di invalidità.

A tal proposito un paziente invalido, giusto questa mattina, dopo aver letto quel mio post, mi ha avvicinato nella hall del nostro S.M. di Misericordia per raccontarmi un fatto vissuto di persona. Per confidarmi quanto l’ASL savonese sia talmente scrupolosa nell’osservanza del regolamento del parcheggio interno all’Ospedale, da arrivare a rasentare il grottesco. Tanto che il paziente, con amputata la gamba, in attesa di ottenere il tagliando disabili, ha dovuto pagare il ticket per uscire dall’Ospedale, perchè la certificazione di un tagliando di invalidità è conditio sine qua non, ancor più di una gamba amputata.

Immaginiamoci lo stato d’animo e l’imbarazzo del paziente che si è recato alla guardiola per uscire senza la gamba. Possibile che la dignità di un disabile venga calpestata così impunemente? Certo, sappiamo già che qualcuno ci risponderà in burocratese, aggrappandosi a cavilli legali, norme e regolamenti. Gli stessi regolamenti che antepongono un foglio di carta, una certificazione, ad una gamba amputata.

Che fine ha fatto il buon senso? E noi ci stiamo a preoccupare che il Dottor Flavio Neirotti, Direttore generale dell’ASL savonese, retribuito da noi contribuenti a 134.801 euro l’anno, si dia da fare per modificare il regolamento del parcheggio all’interno dell’Ospedale S.M. di Misericordia in modo tale che non paghi l’accompagnatore di un disabile che si trattiene in ospedale per delle cure? A certi dirigenti, che decidono sulla pelle delle persone più svantaggiate, farebbe bene (da normodotati) provare l’uso della sedia a rotelle per una settimana, fors’anche per una giornata. Così da poter immaginare, anche solo lontanamente, cosa significhi convivere con la disabilità. E poi sì che allora i regolamenti sarebbero a misura di tutti, senza alcuna discriminazione.

Eraldo Ciangherotti
Assessore ai Servizi Sociali
Comune di Albenga

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