Cronaca

Savona, abusi sulla vicina di casa di 10 anni: 45enne condannato a sette anni di reclusione

Savona Tribunale

Savona. Sette anni di reclusione per violenza sessuale. E’ la condanna inflitta dal Collegio del tribunale di Savona ad un marocchino di 45 anni, A.L., che era accusato di abusi nei confronti di una bimba di 10 anni, sua connazionale e vicina di casa. I fatti contestati all’uomo risalivano al maggio del 2009 quando, secondo l’accusa, in due occasioni aveva molestato la piccola (oggi quattordicenne) con carezze nelle parti intime e baci proibiti.

Abusi che, da come la bimba aveva confidato ai genitori, si erano consumati nella casa del quarantacinquenne, a Savona. La piccola aveva raccontato di essere andata nell’appartamento dall’uomo, un amico di famiglia del quale lei si fidava, e lì di aver subito molestie. Secondo il racconto della ragazzina, il suo vicino l’aveva accompagnata nella camera da letto e lì le aveva sfilato le mutandine per toccarla. Lei, spaventata, era riuscita a scappare via. Dopo il secondo tentativo di approccio, in lacrime, aveva rivelato alla mamma quello che era successo. La famiglia della bimba si era rivolta alla polizia e le indagini avevano portato all’arresto dell’uomo.

Il marocchino, che era difeso dagli avvocati Francesco Giusto ed Elisabetta Feilliene, si è sempre difeso da ogni accusa negando di aver mai toccato la bambina. Davanti al gip aveva precisato di averle dato “soltanto un bacio, come se fosse mia figlia”. I suoi difensori nell’arringa di oggi hanno voluto sottolineare come i “racconti della bambina non trovassero riscontri oggettivi in altri dati”. Inoltre secondo i legali, a causa di alcuni gravi problemi di salute, il loro assistito non sarebbe stato in grado di compiere sforzi come quello di “sollevare di peso” la piccola per portarla in camera da letto.

Secondo il pubblico ministero Daniela Pischetola (che aveva chiesto una condanna a 8 anni di reclusione) invece le dichiarazioni della bambina erano attendibili. L’accusa ha anche sottolineato come i racconti di madre e figlia siano sempre stati puntuali ed univoci. Una tesi condivisa anche dall’avvocato di parte civile Roberto Levrero che nel processo ha tutelato la bambina ed i genitori.

Proprio in favore della parte civile i giudici hanno riconosciuto un risarcimento danni: l’imputato è stato condannato al pagamento di 50 mila euro per la ragazzina e di 20 mila euro per ciascuno dei genitori. Nella sentenza inoltre il Collegio ha anche previsto l’espulsione dal paese per il marocchino una volta scontata la condanna.

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