Economia

Ial di Carcare, pagamenti sempre bloccati. I formatori: “Ci siamo auto-sospesi”

Ial centro formazione Carcare

Carcare. Dipendenti che aspettano di percepire gli stipendi di quattro mesi, mentre i liberi professionisti che collaborano con l’ente in questione non vedono un euro da circa due anni. E’ una situazione che in molti definiscono insostenibile quella in cui si ritrovano coloro che lavorano presso lo Ial di Carcare che opera nel settore della formazione professionale, realizzando i propri corsi prevalentemente con in convenzione con le Province, la Regione Liguria, il Fondo Sociale Europeo e il Ministero del Lavoro.

Il mancato arrivo di questi fondi sarebbe all’origine della “morìa” di compensi per chi lavora alle dirette dipendenze della struttura e per coloro che collaborano con partita Iva. Tra questi c’è già chi si è rivolto a un avvocato, mentre i più stanno pensando ad uno sciopero. L’astensione dal lavoro si sarebbe dovuta svolgere oggi, anche se la promessa di un incontro (che poi non si è nemmeno tenuto) a Genova per discutere della situazione ha fatto desistere i lavoratori che, ora, pensano a come far sentire la propria voce.

Il circuito dei pagamenti registra il suo intoppo nella Provincia di Genova, in quanto la Regione assegna ai fondi e lo Ial Liguria dipende dalla Provincia di Genova che materialmente riceve le risorse. E’ quindi quella Provincia che deve girare le risorse all’istituto di formazione che gestisce i centri in Liguria. Peraltro, si tratta di fondi vincolati.

In tutto questo le lezioni sono comunque iniziate anche se molti collaboratori, davanti a stipendi che non arrivano da anni, hanno smesso di andare ad insegnare. “Non si poteva fare altro – racconta il signor Federico – C’è chi ha accumulato crediti davvero importanti. Qui siamo a rischio fallimento, e quindi ci siamo auto-sospesi. Inoltre sono stati tagliati i collegamenti gas dalle cucine a seguito di bollette e fornitori non pagati, e i laboratori non sono funzionanti. Ai ragazzi viene detto che si tratta di una situazione momentanea, ma siamo in una condizione davvero grave”.

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