Savona. L’altissima percentuale di adesione nella Provincia di Savona, con la quasi totalità degli sportelli bancari chiusi, conferma gli ottimistici dati nazionali (85%-90%) e dimostra in modo inequivocabile quanto i lavoratori del credito siano preoccupati per la situazione generata dalla disdetta del contratto nazionale di categoria.
“Con questa compatta risposta, organizzata unitariamente dai sindacati per la grave decisione unilateralmente presa dall’Associazione Bancaria Italiana (ABI), con otto mesi di anticipo – spiega Giancarlo Debernardi, segretario generale Fiba Cisl per le province di Imperia e Savona – Si chiede al presidente dell’Abi, Giovanni Patuelli, di retrocedere da una decisione provocatoria e conflittuale”.
Abi intende approfittare del difficile momento di insicurezza che investe società, imprese e famiglie per imporre le proprie soluzioni che tendono a scaricare i costi sui contribuenti, attraverso la fiscalità generale e sui lavoratori, riducendo salari ed occupazione.
Così facendo “i banchieri stanno attuando politiche aggressive rispetto ai diritti dei lavoratori, mentre dovrebbero mettere in discussione i propri top management incapaci di elaborare progetti industriali in grado di far crescere i ricavi, bravi solo ad aumentare i propri stipendi, bonus e liquidazioni”.
Le uniche soluzioni proposte vorrebbero tagliare posti di lavoro, mettendo anche in discussione la permanenza di strumenti fondamentali come il Fondo esuberi di categoria che è uno straordinario ammortizzatore sociale che nel tempo ha già consentito la graduale ed indolore uscita di quasi 50.000 lavoratori, senza pesare sulla collettività essendo interamente pagato da aziende e lavoratori della categoria.
“In assenza di una radicale inversione di tendenza le Organizzazioni Sindacali- conclude Debernardi – promuoveranno nuove azioni di lotta a difesa dei diritti e della professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori bancari e continueranno a perseguire, informandone la clientela, una diversa politica del credito per favorire la crescita del Paese, soprattutto verso le famiglie e le piccole e medie imprese”.