Cronaca

Albenga, nervi tesi e insulti allo sportello Equitalia

Albenga. Oltre il danno la beffa. Sì, perché in un momento in cui gli italiani sono costretti a svuotare di continuo i propri portafogli per far fronte a tasse e super-tasse, ad Albenga i cittadini si prendono addirittura a male parole per aggiudicarsi un posto in prima fila per saldare i propri debiti con lo Stato.

Accade praticamente tutti i giorni in via Gorizia, sede ingauna di Equitalia. Qui gli utenti si suddividono in due file: una per i pagamenti alla cassa, con tanto di numerino da aggiudicarsi all’apposita macchinetta, e un’altra allo sportello informazioni che, però, non è dotato dello stesso meccanismo “ordina-fila” costringendo così gli utenti a trasformarsi praticamente in cani da guardia per difendere il proprio turno e evitare che qualche furbetto possa scavalcarli e prendere il loro posto.

Tutto ciò dà vita a scenette in stile “cittadini sull’orlo di una crisi di nervi”, con vecchine capaci di trasformarsi in pitbull per non farsi sorpassare. La maggior parte dei cittadini, quando viene qui, mette infatti in conto di perdere un’intera mattinata, ma senza prevedere che potrebbe accadere anche di peggio.

“Ieri due signori stavano per mettersi le mani addosso perché, essendo da ore e ore nella fila che non prevede ‘numerini’, sostenevano entrambi di avere la precedenza l’uno sull’altro, dando vita a uno show più che comprensibile, ma poco edificante per tutti quanti” dice Enzo che, oggi, stava seduto all’interno della sede di via Gorizia quasi rassegnato ma ben attento a mettere in chiaro che dopo “tizio e caio” sarebbe stato il suo turno.

“E’ un’italianata, diciamolo – interviene un altro utente, Roberto Ardizzone – Ci vorrebbe così poco per facilitare la vita di cittadini che già, qui, non è che vengano così volentieri. Oltretutto lo sportello sprovvisto di macchinetta per il pubblico è quello più gettonato: qui, ad esempio, si fanno le rateizzazioni di pagamenti, che, visto il periodo di crisi nera, interessano alla maggior parte di noi. Io sono in coda dalle 9 e il mio turno, che ho difeso con le unghie e con i denti, è arrivato a pochi minuti da mezzogiorno. Sia chiaro: non è colpa del personale che fa del proprio meglio per venirci incontro, ma di una disorganizzazione di base”.

Di qui la proposta-provocazione: “Facciamo così, mi offro per comprare io la macchinetta mancante, quella, per capirci, che vediamo al supermercato o alle Poste. Visto che qui c’è solo per una categoria di utenti, mi offro per colmare questo vuoto che dà vita ogni giorno a scene di ordinaria follia. Già qui non ci si viene volentieri, se ancora rischiamo di arrivare alle mani per aggiudicarci la prima fila per svuotare i nostri portafogli diventa davvero una situazione tragicomica” conclude Roberto.

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