Tirreno Power, Rete savonese “Fermiamo il carbone”: “La produzione andava fermata da tempo”

tirreno power

Vado L. “Finalmente stanno emergendo le inquietanti verità sulla reale situazione ambientale e sanitaria intorno alla centrale a carbone Tirreno Power di Savona. L’ipotesi di disastro ambientale mettono in luce le tante, troppe falsità, complicità ed interessi che, in tutti questi anni, a più livelli hanno contrassegnato la vicenda dei gruppi a carbone della centrale di Vado Ligure”. Lo afferma la Rete Savonese “Fermiamo il carbone” dopo le novità emerse nell’inchiesta della Procura di Savona.

“Una produzione a carbone che doveva essere fermata da tempo, ma che invece è stata prorogata, in modo ottuso, interessato ed arrogante, per i decenni a venire, con l’avallo di Ministeri, Regione, Provincia e Comuni attraverso la complicità di diverse forze politiche, in particolare Pd e Pdl. Le dichiarazioni odierne del presidente della Regione Burlando, secondo cui la parte che gli compete è quella delle autorizzazioni “per ottenere garanzie ambientali” ci lasciano stupefatti. Lo invitiamo nuovamente a rispondere ad alcune domande: Perché la precedente Giunta, da lui retta, aveva in origine espresso un no chiaro e motivato al potenziamento a carbone per poi successivamente smentire se stessa esprimendosi a favore del potenziamento? La Regione era da anni perfettamente consapevole delle tante criticità ambientali e sanitarie, tutte documentate. Vale il principio giuridico del “non poteva non sapere”. Perché ha quindi sottoscritto in Conferenza dei Servizi l’atto che ha permesso di concedere un’Autorizzazione Integrata Ambientale in cui è stato concesso il funzionamento dei vecchi gruppi a carbone per ben 6-8 anni con valori di biossido di zolfo e di monossido di carbonio ben oltre i limiti previsti dalle normative sulle Migliori Tecnologie Disponibili?” si chiede il comitato di associazioni e partiti che si batte contro il carbone e l’ampliamento della centrale vadese.

“Sono queste le mirabolanti “garanzie ambientali” a cui si riferisce il Presidente Burlando? Perché la Regione ed il suo Presidente non hanno preteso il rispetto di tali limiti ma hanno anzi avallato (consciamente?) il mancato rispetto della normativa? Perché non sono pervenute risposte su quanto ripetutamente segnalato dalla Rete Savonese Fermiamo il Carbone in merito alle gravi problematiche ambientali quali: inquinamento lichenico evidenziato nel documento a cura della stessa centrale, inquinamento evidenziato nel documento Arpal, inquinamento nei sedimenti marini alla foce del torrente Quiliano dove sono presenti gli scarichi della centrale, rischi di incidente rilevante?”

“Abbiamo invitato per anni Presidente ed assessori regionali a vari dibattiti ed incontri con comitati e
cittadinanza, compreso il recente Festival Fermiamo il Carbone, per porre loro pubblicamente queste ed
altre domande. Nessuno si è presentato. Il silenzio alle nostre richieste e l’ennesima assenza agli incontri pubblici è un indice del loro reale interesse verso i cittadini” conclude la Rete savonese.

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