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Terreni agricoli danneggiati dai cinghiali, Cia: “Coltivazioni compromesse, situazione allarmante”

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Savona. Recenti segnalazioni di danneggiamenti nei terreni agricoli causati dai cinghiali provenienti un po’ da tutto il territorio savonese, che da diverso tempo si verificano frequentemente con effetti devastanti, hanno indotto la Cia di Savona a sollecitare la Provincia e l’Ambito di Caccia SV-2 ad intraprendere con la dovuta sollecitudine interventi di salvaguardia delle coltivazione per evitare le incursioni da parte degli ungulati, per scongiurare che nuovi risvolti distruttivi possano essere decisivi per l’abbandono delle coltivazioni.

In alcuni vigneti dell’entroterra – fanno sapere gli addetti ai lavori – gli ungulati hanno provocato danni di tale entità al frutto, alle piante, ai terreni ed ai muri delle fasce, da indurre i coltivatori all’abbandono dell’attività per l’impossibilità di trarre un minimo reddito o semplicemente portare a termine il raccolto. Un esempio drammatico della gravità della situazione sono i vigneti Doc impiantati da pochi anni dall’Azienda Agricola Angelo Taranto della frazione San Damiano di Stellanello, che nelle ultime settimane hanno subito numerose incursioni, che hanno provocato danni talmente ingenti a piante e terreni da compromettere il mantenimento della coltivazione. Questo nonostante l’azienda avesse installato recinzioni metalliche a scopo preventivo che sono state divelte in diversi punti.

“I disagi che si registrano a causa dei cinghiali sono troppo elevati – dichiara il direttore della Confederazione Italiana Agricoltori, Osvaldo Geddo – A rimetterci, come sempre, sono gli agricoltori che con le proprie forze non riescono a salvaguardare la propria attività. Il nuovo metodo di risarcimento dei danni tramite il Fondo gestito direttamente dalla Provincia, seppur migliore della gestione precedente, non è sufficiente, così come l’anticipazione dell’apertura della caccia al cinghiale che la Provincia assicura di far partire dalla prossima settimana. C’è bisogno di prendere consapevolezza che alcune aree vicine ai terreni coltivi devono essere perimetrate dal Piano Faunistico come aree a totale eradicazione dalla presenza dei cinghiali e degli ungulati. Ai confini ed all’interno di esse, gli Ambiti, le Squadre venatorie e la Provincia devono predisporre un piano di battute di allontanamento, di collocazione di gabbie di cattura, di recinzioni e di pastori elettrici, per liberare le zone dedicate all’agricoltura dalla presenza di ungulati ormai incompatibile con il proseguimento dell’attività”.

“Trovo francamente irritante che sulla presenza eccessiva di animali selvatici anche in aree non vocate si levino spesso voci in difesa degli animali stessi, oppure che si parli esclusivamente di allarme per l’incolumità pubblica visto gli incidenti che spesso provocano, non tenendo conto del fatto che chi fa agricoltura in alcune zone è dotato di una perseveranza che rasenta l’eroismo – aggiunge il presidente della CIA Savona, Aldo Alberto -. Questi uomini e donne che producono le tipicità di cui tutti siamo golosi e fieri lavorano in condizioni impossibili e molti purtroppo si sono già arresi. Forse è il caso che oltre ai provvedimenti positivi già intrapresi si avvii una discussione non ideologica sulla necessità di creare delle zone a densità zero prima che sia troppo tardi. Oltre al venir meno di un importante tessuto economico produttivo poi dove li troviamo i soldi per il mantenimento del territorio attualmente presidiato dagli agricoltori?” conclude Alberto.

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