Cronaca

Operazione “Caterpillar”, noleggiavano escavatori per rivenderli: patteggiano tre artigiani albenganesi

Albenga. Truffa degli escavatori noleggiati e poi rivenduti ad ignari imprenditori: patteggiano i tre artigiani edili albenganesi che erano finiti in manette nell’aprile scorso. Questa mattina in tribunale, davanti al Collegio, Salvatore Miano, 58 anni, Gabriele Mameli, 41 anni, Giuseppe Palermo, 49 anni, tutti accusati di truffa e ricettazione, hanno sono stati condannati, appunto attraverso patteggiamento, ad un anno e otto mesi di relcusione.

Secondo quanto gli veniva contestato, l’operazione che aveva portato al loro arresto era stata condotta dai carabinieri e ribattezzata “Caterpillar”, i tre alla fine del 2012 avevano messo in piedi un sistema per mettere a segno delle truffe: noleggiavano degli escavotori o altri macchinari simili, che potevano raggiungere il valore anche di 30 mila euro, dando in garanzia assegni non coperti o provenienti da furti e, poco dopo, li vendevano “fuori piazza” ad ignari imprenditori.

Gli arrestati, secondo gli investigatori, si alternavano nel gioco di ruoli con il malcapitato noleggiatore: a volte era Palermo che recitava la parte dell’imprenditore edile bisognoso di un escavatore per fantomatici cantieri, che da accertamenti fatti dai militari non sono mai esistiti, altre volte era Miano a svolgere questo ruolo, mentre Mameli aveva la parte del tecnico nel scegliere il tipo di escavatore.

Le indagini conodtte dagli uomini dell’Arma avevano permesso di risalire a sette truffe messe a segno sia in Provincia di Savona che in quella di Imperia (un escavatore super scontato è stato recuperato a Diano Marina), e di recuperare un escavatore sottratto a Ceriale. In quest’ultimo caso gli investigatori hanno accertato che il macchinario in questione era stato venduto dal trio ad un imprenditore di Nichelino, nel Torinese, per la modica cifra di tremila euro a fronte di un valore del mezzo di circa 15 mila euro. Per questo motivo anche l’imprenditore era stato denunciato per ricettazione.

Per arrivare a individuare gli auotori delle truffe, i carabinieri avevano sfruttato il web, utilizzando i social network. Gli uomini dell’Arma fingendosi imprenditori interessati all’acquisto di escavatori a prezzi concorrenziali avevano teso una trappola online ai truffatori ed erano riusciti ad ottenere un appuntamento per un incontro. Incontro che aveva permesso ai militari di individuare due dei soggetti, monitorarli, arrivare all’individuazione del terzo e agli arresti. Il giro d’affari del terzetto è stato stimato intorno ai 120 mila euro.

Al termine del giudizio immediato di questa mattina uno degli imputati è tornato in libertà: si tratta di Giuseppe Palermo (difeso dall’avvocato Paolo Gianatti) che ha ottenuto la sospensione della pena e la revoca dei domiciliari. Miano e Mameli, assistiti rispettivamente dagli avvocati Graziano Aschero e Rocco Varaglioti, non hanno invece ottenuto la sospensione: il primo resta ai domiciliari, il secondo in carcere.

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