Loano. Slitta ancora l’udienza preliminare del procedimento per l’inchiesta “Carioca”, quella su un presunto giro di riciclaggio, che ruota intorno ad Antonio Fameli. Questa mattina è stata rilevata un’incompatibilità di nomina per uno dei difensori, l’avvocato Maurizio Frizzi, che difende sia Antonio che Serafino Fameli, padre e figlio. Il legale non può assistere entrambi e dovrà quindi decidere quale imputato difendere entro il 5 dicembre.
Il giudice Filippo Pisaturo ha poi rinviato il procedimento al 12 dicembre. La precedente udienza preliminare, nei mesi scorsi, era invece stata rinviata a causa della nullità della notifica per uno dei difensori (l’avvocato Zancan di Torino).
Nella vicenda, oltre ad Antonio Fameli, sono indagate (con le accuse in concorso e a vario titolo di riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, reati tributari, attività abusiva di intermediazione finanziaria a falso in atti notarili) altre 14 persone tra cui appunto il figlio dell’imprenditore loanese, Serafino, la compagna del primo, Clara Juana Magino Soculaya, peruviana, e Carlo Ciccione, di Cisano sul Neva, ex commercialista con studio a Imperia, che secondo l’accusa avrebbe gestito gli aspetti contabili e finanziari delle società italiane e straniere controllate da Fameli.
Oltre a loro nei guai erano finiti Giuseppe Carelli, abitante a Torino, carabiniere in congedo (negli Anni ’80 aveva prestato servizio a Loano), amico di Serafino Fameli e procuratore della società brasiliana “Pafimo Itda”; Maria Antonietta Barile, di Borghetto Santo Spirito, la segretaria di Antonio Fameli; Fabio Domenicale, di Loano, che sarebbe stato un prestanome; Carla Capello, di Borghetto Santo Spirito, anch’essa accusata di essere una prestanome di Antonio Fameli. Nell’inchiesta erano coinvolti poi altri professionisti e presunti prestanome dell’imprenditore loanese.