Cronaca

Albisola, residuati bellici davanti al “Buco del prete”: operazioni di brillamento riuscite

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Albisola S. Si è conclusa senza problemi intorno alle tredici l’operazione di brillamento in mare di due proiettili d’artiglieria, uno dei quali di grosso calibro, quasi certamente residuati del secondo conflitto mondiale: i proiettili erano stati segnalati da diversi bagnanti, nel corso della settimana scorsa, a pochi metri dalla scogliera di Capo Torre ad Albisola Superiore, vicino al cosiddetto “buco del prete”.

La Capitaneria di Porto di Savona aveva emanato martedì scorso un’ordinanza con la quale vietava ogni attività nautica nella zona del ritrovamento, informando la Prefettura che ha richiesto l’intervento, per la bonifica dell’area, dei palombari del Nucleo Sdai della Marina Militare di La Spezia. Giunti questa mattina a Savona, i subacquei – guidati come capo nucleo dal Luogotenente Claudio Lecca – hanno compiuto una ricognizione dell’intera zona compresa tra l’ultima spiaggia e Capo Torre, rinvenendo appunto i due proiettili e individuando anche un terzo grosso oggetto metallico, che si è però rivelato essere un innocuo scaldabagno.

Il personale del nucleo Sdai è stato accompagnato in zona da due mezzi nautici della Capitaneria di Porto e da un gommone della squadra nautica dei vigili del fuoco, incaricati anche di tenere a distanza di sicurezza le imbarcazioni in transito nella zona. Da terra vigilavano e tenevano informati i bagnanti alcuni militari della Guardia Costiera, mentre il servizio 118 metteva a disposizione un’ambulanza per eventuali emergenze nel corso delle operazioni di bonifica.

Dopo averli recuperati, i palombari della Marina Militare hanno caricato sul gommone della Guardia Costiera i due proiettili inesplosi, che erano in pessime condizioni di conservazione e quindi piuttosto pericolosi; gli ordigni sono stati trasportati a tre miglia di distanza dalla costa, dove sono stati fatti “brillare” in sicurezza nel punto individuato con ordinanza dalla Capitaneria di Savona. Si sottolinea l’utilizzo da parte del nucleo Sdai, obbligatorio ormai da alcuni anni, di mini cariche esplosive che, precedendo l’esplosione maggiore, provocano la fuga dei pesci e degli altri animali, limitando così al minimo i danni per l’ecosistema marino.

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