Asl 2, ad Albenga la “rivoluzione silenziosa” della sanità pubblico-privata: i medici di base entrano in ospedale

Albenga. Una “rivoluzione” silenziosa ma, di fatto, epocale: i medici di base hanno messo piede in ospedale. Per la prima volta si può parlare di reale integrazione tra ospedale e territorio. Il tutto avviene all’ospedale di Albenga, esattamente al piano sopra al reparto dove GSL ha già concretizzato la collaborazione tra privato e pubblico, con soddisfazione del campo ortopedico.

Quanto accaduto questa mattina al Santa Maria di Misericordia è destinato a diventare una realtà quotidiana, almeno all’interno dell’Asl 2 Savonese, grazie alla sinergia tra il Consorzio Liguria Salute e il reparto di Medicina di Cure Intermedie diretto dal primario Teresiano De Franceschi.

L’operazione parte con la delibera dell’azienda sanitaria locale savonese che lo scorso aprile ha riconosciuto, in via sperimentale, i centri salute come centri di responsabilità aziendale; in pratica come se fossero un reparto dell’Asl stessa. Così, dopo la continuità assistenziale sette giorni su sette, la provincia di Savona lancia una nuova sperimentazione che porta i medici di base a “seguire” il proprio assistito sin dentro l’ospedale e lavorare all’interno dello stesso assieme allo staff medico-ospedaliero.

Sino ad ora esisteva, ed esiste ancora, una barriera che impediva ogni tipo di connessione tra i due mondi. Oggi i primi assistiti che partecipano al progetto sperimentale, dedicato ai cittadini affetti da diabete, sono quindi andati in ospedale e a visitarli non c’era solo il personale medico ospedaliero, ma anche due medici di Alassio Salute.

“Nell’ambito dei progetti sulle malattie croniche – spiega il primario De Franceschi – noi ci occupiamo dei diabetici e in collaborazione con i centri salute facenti parte del Consorzio Liguria Salute abbiamo avviato questa piccola rivoluzione basata sulla medicina di iniziativa”.

Al momento alla sperimentazione hanno aderito circa 200 diabetici residenti nel ponente ligure, ma a breve verrà allargata anche al resto della popolazione servita dai centri salute. Il funzionamento è semplice e parte appunto con una visita dal proprio medico di famiglia.

Riscontrata la necessità di fare una visita diabetologica anziché passare per le liste d’attesa infinite, si apre una corsia preferenziale che porta l’assistito ad avere un appuntamento, come quello di oggi, nel quale grazie al servizio di Day Service presso l’ospedale di Albenga vengono svolte visite e esami clinici di rito (doppler, elettrocardiogramma, esami ematochimici, visita oculistica e così via) e, nel caso, erogati anche i presidi sino ad arrivare anche al ricovero nei posti letto dedicati all’interno reparto.

Il tutto senza alcun costo per il paziente, che però si deve impegnare a seguire un rigido protocollo per rimanere all’interno del progetto. Non si ferma infatti tutto alla “visita”: il paziente viene totalmente preso in carico dal sistema che gli ricorderà gli appuntamenti, fornirà supporto per ogni problematica legata alla patologia e arriverà anche a telefonare a casa nel caso, per esempio, non vengano assunte con regolarità le medicine prescritte.

“L’obiettivo – prosegue il primario – è proprio quello di prevenire patologie ben più gravi e dispendiose da curare, evitare sprechi di esami, medicine e visite non necessari. Basta pensare che in questa sperimentazione è prevista anche la fase di emergenza in cui il paziente sarà portato presso il Punto di Primo soccorso di Albenga e, menzionando di far parte di questa sperimentazione, si attiverà una procedura più veloce e informata per la gestione dell’emergenza”.

“Al paziente potranno essere anche rilasciate le esenzioni previste dalla legge per la sua tipologia, perché lo scopo di questa sperimentazione è proprio di occuparsi a 360 gradi delle problematiche collegate ad una malattia cronica come il diabete” conclude il primario.

Il risparmio per la collettività è evidente. Con uno screening attento della popolazione si può prevenire l’acutizzarsi della malattia e quindi risparmiare su costi sociali e sanitari di patologie ben più gravi, ma nell’immediato il paziente, oltre ad essere seguito e monitorato, eviterà di richiedere visite o medicinali non necessari perché tutta la sua storia clinica sarà monitorata, non solo dalla cartella medica elettronica ma dall’evoluzione della stessa che diventa il “fascicolo unico” elettronico che racchiude sia la storia ospedaliera del paziente sia tutta l’attività del medico di base.

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