Cronaca

Albenga, crack da 7,5 milioni: denunciati due imprenditori ingauni e 5 professionisti

guardia di finanza albenga

Albenga. I finanzieri della Compagnia Guardia di Finanza di Albenga hanno portato a termine un’indagine di Polizia Tributaria e Giudiziaria nei confronti di due noti imprenditori della Piana di Albenga, C.V. e C.C. (residenti a Borghetto), responsabili di un crack finanziario da oltre 7,5 milioni di euro a danno delle imprese creditrici, dell’erario e delle banche.

Si tratta dell’azienda creata nel 2001 e operativa nel settore della commercializzazione di materie plastiche ed era in continua espansione sul mercato, rifornendo le grandi catene di distribuzione del Nord di sacchetti in plastica biodegradabile e imballaggi.

“La volontà di mantenere comunque l’elevato tenore di vita (soggiorni in Costa Smeralda e Cortina, auto e case di lusso) anche a fronte della diminuzione del volume d’affari, ha spinto i soci alla sistematica utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti provenienti da una dozzina di compiacenti imprese risultate evasori totali. La documentazione fiscale veniva posta allo sconto presso le banche o inserita in contabilità al fine di abbattere gli utili societari” spiegano le Fiamme Gialle.

“La necessità di evitare possibili controlli da parte delle autorità e di eludere le azioni dei creditori a fronte dei mancati pagamenti delle forniture concesse, ha spinto gli amministratori della società a servirsi delle prestazioni di alcuni studi professionali di Milano e Roma – proseguono i finanzieri – Da questi è stato predisposto un piano di destrutturazione aziendale volto a delocalizzare fittiziamente in paesi esteri le proprie attività, svuotare la società della parte più redditiva intestandola, attraverso un sistema di “scatole cinesi” ad un soggetto estero comunque a loro riconducibile”.

Agli ignari creditori restava l’immensa voragine di crediti divenuti inesigibili per oltre 7,5 milioni di euro, somma in gran parte distratta dai soci e dai professionisti coinvolti, su conti correnti ubicati in paradisi fiscali. Le attività di verifica svolte dai finanzieri hanno permesso di recuperare a tassazione oltre 6,5 milioni di euro di materia imponibile ed Imposta sul Valore Aggiunto per quasi 2 milioni di euro.

Gli ideatori e i responsabili del crack sono stati denunciati per i reati di bancarotta fraudolenta, dichiarazione fraudolenta, ricorso abusivo al credito e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Tra i soggetti due commercialisti di uno studio milanese, un avvocato e un esperto contabile di Roma.

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