Economia

Made in Italy: mille prodotti nazionali ai primi posti nell’export mondiale

artigianato

Sono mille i prodotti del Made in Italy che si attestano i primi posti nell’export mondiale, mostrando, anche in piena crisi, un’Italia che compete sui mercati globali e crea un attivo di 183 miliardi di dollari nella nostra bilancia commerciale. Con un totale di 946 prodotti classificatisi primi, secondi o terzi nel saldo commerciale mondiale, l’Italia è seconda solo alla Germania nella teorica classifica della competitività e precede economie generalmente considerate più forti, come la Corea del Sud e la Francia.

Più nel dettaglio, il nostro Paese vanta 235 prodotti medaglia d’oro a livello mondiale per saldo commerciale. Nell’insieme queste 235 eccellenze fanno guadagnare all’Italia 63 miliardi di dollari. I nostri prodotti che si classificano al secondo posto nel mondo per saldo commerciale sono invece 390 e fruttano 74 miliardi di dollari. Le medaglie di bronzo dell’export italiano sono invece 321 prodotti che valgono un saldo commerciale complessivo di 45 miliardi. A questi si aggiungono altri 492 prodotti in cui l’Italia si è classificata quarta o quinta per saldo commerciale mondiale e che hanno aggiunto alla nostra bilancia commerciale altri 38,4 miliardi di dollari.

E’ questo il Paese che emerge dal rapporto “I.t.a.l.i.a.-Geografie del nuovo made in Italy” realizzato da Fondazione Symbola, Unioncamere e Fondazione Edison e presentato ieri a Treia, in occasione dell’apertura dell’XI Seminario estivo di Symbola. “In altri termini, escludendo l’energia e le materie prime agricole e minerarie, l’Italia è uno dei paesi più competitivi a livello mondiale” sottolinea il rapporto. “Di fronte a una crisi durissima e a un mondo che cambia – commenta Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – c’è un’Italia che nonostante le sirene del declino si ostina a fare l’Italia e per questo trova il suo spazio nel mondo”.

“C’è un’Italia che sa innovare – continua Realacci – senza perdere la propria anima, che ha capito che nel mondo del XXI secolo, se uno spazio c’è per il nostro Paese è quello della qualità. E’ l’Italia che scommette sulla qualità, sulle competenze radicate nei territori e mantenute salde con la coesione sociale e la cura del capitale umano. Che presidia la nuova frontiera della qualità ambientale. Che sa dare valore alla propria bellezza, intercettando la grande, e crescente, domanda di Italia che viene da ogni angolo del pianeta. Raccontare questa Italia è l’ambizione di questo rapporto”.

“Il Rapporto I.t.a.l.i.a. coglie gli aspetti vincenti del modello di sviluppo italiano, fatto di imprenditorialità diffusa, distretti, filiere, reti, territorio” sottolinea Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere. “E’ una caratteristica originale, che rende altamente competitivo il nostro Paese”.

“L’Italia – ricorda Dardanello – è uno dei soli cinque Paesi, con Cina, Germania, Giappone e Corea, ad avere un surplus strutturale con l’estero nei prodotti manufatti non alimentari. In questa nostra peculiarità, allora, occorre continuare a credere e investire. Partendo dai giovani, che nascono già ‘dentro’ un modello di sviluppo sostenibile, che consuma di meno, valorizza il territorio e utilizza tecnologie verdi”. “Sono proprio loro il primo, straordinario veicolo di innovazione delle imprese e della società su cui il Paese può fare affidamento” dice ancora Dardanello.

Oltre ai numeri, il rapporto mette in luce anche i settori che generano questo surplus. La maggior parte delle nostre eccellenze manifatturiere, rileva lo studio, non proviene solo da settori tradizionali, quali potrebbero essere il tessile o le calzature, ma arrivano dalla meccanica e dai mezzi di trasporto, dalle tecnologie del caldo e del freddo, dalle macchine per lavorare legno e pietre ornamentali, dai fili isolati di rame e dagli strumenti per la navigazione aerea e spaziale. Ai quali si affianca il presidio di quei settori in cui il made in Italy è forte per tradizione, come il design o il lusso.

Nell’insieme, insomma, “si tratta di oggetti – si legge nel rapporto – che disegnano la geografia di un nuovo made in Italy e che dimostrano quanto le nostre imprese siano state in grado di risintonizzarsi con successo sulle nuove frequenze del mercato globale senza perdere la capacità di creare bellezza”. Andando ad analizzare i nostri 235 prodotti medaglia d’oro, dal Rapporto emerge che 31,6 dei 63 miliardi di surplus generati dalle nostre eccellenze provengono da beni del settore dell’automazione meccanica, della gomma e della plastica; altri 18,1 miliardi si devono ai beni dell’abbigliamento e della moda, 6,4 miliardi da beni alimentari e vini; 2,9 dai beni per la persona e la casa; mentre 4,3 miliardi da altri prodotti, tra cui quelli dell’industria della carta, del vetro e della chimica.

Nella top ten dei nostri prodotti medaglia d’oro troviamo nell’ordine: le calzature con suola in cuoio naturale (2,7 miliardi), macchine e apparecchi per imballaggio (2,5 miliardi), piastrelle di ceramica verniciate o smaltate (2,5 miliardi), borse in pelle e cuoio (2,1 mld) occhiali da sole (1,9 mld), pasta (1,8 mld), cuoio a pieno fiore conciato (1,8 mld), barche e yacht da diporto (1,6 mld), conduttori elettrici (1,4 mld) e parti di macchine per impacchettare e altre macchine e apparecchi (1,4 mld). Ma non mancano anche primati più sfiziosi e curiosi, come quelli nel saldo commerciale delle giostre o dei bottoni.

Tra i prodotti secondi posti per saldo commerciale hanno particolare rilevanza i vini e gli spumanti, che portano al Paese un bottino di 4,7 miliardi di euro, rubinetti e valvole ( compresi quelli senza tracce di piombo), i mobili in legno, le parti di turbine a gas, trattori agricoli, macchine per riempire e imbottigliare ed etichettare, navi da crociera, lavori in alluminio, caffè torrefatto, lampadari, mobili in legno per cucine, pomodori lavorati, lastre e fogli in polimeri di etilene, granito lucidato e lavorato.

Per quanto riguarda i nostri prodotti medaglia di bronzo per saldo commerciale mondiale vanno citati, tra gli altri, le parti e gli accessori per trattori e autoveicoli, gli oggetti da gioielleria, ingranaggi e ruote di frizione per macchine, i prodotti di materie plastiche, divani e poltrone, parti di macchine a apparecchi meccanici. Infine una menzione particolare merita il turismo, insieme con l’agroalimentare, il terzo settore, l’innovazione l’ambiente, l’arte e la cultura considerati settori trainanti.

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