Cronaca

Labrador ucciso ad Osiglia: l’istigazione contro il “mostro” corre su Facebook

labrador

Savona. Rimane accesa l’indignazione per il crudele episodio di Osiglia, con la morte del piccolo di labrador, incaprettato e gettato nel lago. L’indagine della polizia municipale è stata chiusa ed il fascicolo è stato inoltrato alla Procura. Ma su Facebook continuano a moltiplicarsi i messaggi di sdegno, alcuni dei quali con contenuti di istigazione nei confronti di Massimo P., il 39enne valbormidese individuato come responsabile del gesto.

In una pagina del social network si legge: “Questo è il volto dell’assassino che ha legato e messo una pietra al collo una cucciolina di labrador nel lago di Osiglia annegandola… Già segnalato teneva la cucciola sul terrazzo con intorno alla bocca il nastro isolante. Se amate gli animali… fate giustizia”. La pagina riporta dettagli e riferimenti, con: “Attenzione, siete autorizzati a dare una scarica di mazzate e lasciarlo in autostrada”. E ancora, rivolgendosi all’indagato, che viene definito “mostro”: “La pagherai”.

C’è però chi continua la battaglia nel solco della legalità come il gruppo, nato sempre su Facebook, “Cane ucciso nel lago di osiglia: chi ha la necessità di sapere”. I sostenitori si muovono con la fondazione animalista savonese “Virio” che si costituirà parte civile nel procedimento penale.

Intanto è stata divulgata un’email in cui la moglie di Massimo P., una donna ecuadoriana, spiegherebbe la sua versione dei fatti: ovvero che il cucciolo sarebbe morto in casa soffocato da un giocattolo. La donna avrebbe “smaltito il cadavere” secondo le sue usanze, gettando la carcassa nel lago. Una posizione che vuole scagionare il marito. Un documento ora al vaglio degli inquirenti.

Saranno gli accertamenti e il vaglio della magistratura a stabilire se sia trattato o meno di un canicidio, se l’animale sia morto soffocato per mano umana o per altre cause.

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