Cronaca

Albisola, il Tar boccia il progetto ex Gavarry: tutto bloccato, il Comune impugnerà la sentenza

Franco Orsi

Albisola S. Il Tar ha bloccato il progetto immobiliare dell’ex Gavarry, ad Albisola Superiore, accogliendo il ricorso contro l’operazione prevista dal Puo in corso Ferrari. Bocciata la procedura e tutta la linea nel merito. Una “tegola” sulla Alfa Costruzioni, titolare dei volumi dell’ex fabbrica, da tempo spazientita per l’inerzia nel dare attuazione agli accordi. Alcuni cittadini della zona avevano avanzato il ricorso al tribunale amministrativo, preoccupati per l’impatto che l’operazione avrebbe potuto avere dal punto di vista idrogeologico, considerati i consistenti scavi previsti.

Di fatto il Tar stronca l’accordo di programma sottoscritto dalle parti che nel 2006 aveva portato al Puo e, l’anno successivo, alla concessione delle volumetrie. A stabilimento realizzato e trasferimento avvenuto in Valleggia, l’ex fabbrica ad Albisola è ancora come prima.

Un colpo dalle ripercussioni certamente notevoli per una delle più grandi operazioni edilizie del Savonese, che viene così a “sfumare”. Al momento Vittorio Sguerso, da trent’anni a capo del saponificio Gavarry che appartiene alla sua famiglia da generazioni, conferma ma non vuole commentare.

L’iter della Alfa Costruzioni si era paralizzato anche per lo stop dalla Regione (il dipartimento ambiente della Regione aveva posto la valutazione di impatto ambientale come vincolo per il rilascio delle concessioni edilizie). Poi, il ricorso al Tar, presentato appunto da circa 200 famiglie spaventate dalle possibili ripercussioni sull’equilibrio idrogeologico della zona provocate dallo scavo di due piani di box interrati. L’operazione prevedeva l’edificazione di palazzine (in particolare una da 11 e un’altra da 9 piani) per un totale di 40 mila metri quadri.

“Sentenze di questo tipo, con divagazioni tra l’altro in alcuni punti incomprensibili, si impugnano se si ritiene di avere ragione – osserva il sindaco albisolese Franco Orsi – Ricorreremo. Sentiremo presto i legali. Questa pronuncia fa passare un concetto: se si sottoscrivono gli accordi, tra enti e parti sociali, a tutela dell’occupazione, possono saltare, anche quando un’azienda fa investimenti. C’è da riflettere. E fra l’altro l’accordo di programma firmato da tutti non era mai stato contestato da nessuno”.

L’esito del Tar compromette il modello di delocalizzazione-concessione, a garanzia del mantenimento occupazionale, che avrebbe potuto interessare anche un’altra azienda storica: la Fac.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.