Economia

Estate 2013, vacanze e consumi in calo: gli effetti negativi sull’artigianato turistico

Giancarlo Grasso

Liguria. Complice la crisi, la diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie e l’aumento diffuso dei prezzi al consumo, quella in corso si prospetta come un’estate “fredda” per le imprese dell’artigianato ligure che fanno del turismo una voce importante della propria attività.

Artigiani del settore agroalimentare, dell’intrattenimento, albergatori, ristoratori, ma anche alcuni comparti del manifatturiero e dei servizi sono gli imprenditori che risentono della diminuzione, diffusa a livello nazionale e internazionale, del popolo del vacanzieri.

Un esercito di oltre 6.600 aziende solo in Liguria, il 14,4% del totale del comparto artigiano regionale, che tra il 2012 e il 2013 ha subito un calo dello 0,7%: una percentuale di chiusure superiore alla media nazionale del -0,4%.

A livello provinciale ad aver patito il numero maggiore di perdite sono le province di Genova e Imperia, entrambe con -0,9% di attività artigiane legate al settore turistico. Più contenute le chiusure alla Spezia (-0,7%) e a Savona (-0,2%).

“Negli ultimi sette anni il potere d’acquisto delle famiglie si è ridotto quasi del 9% – spiega Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria (nella foto) -. Le conseguenze sono evidenti nel crollo della domanda e quindi dei livelli di consumo. Se poi uniamo l’incertezza profonda per il futuro, lo spettro dei rincari previsti per l’autunno soprattutto se sarà confermata l’Imu, il risultato più ovvio è che le famiglie rinuncino al superfluo, quindi alle vacanze, off limits per almeno 12 milioni di italiani”.

Secondo l’Ufficio studi di Confartigianato, nell’ultimo anno, gli arrivi e le presenze dei turisti nelle strutture ricettive italiane sono calati rispettivamente del 5,7 e del 6,3%. Nei mesi estivi di luglio, agosto e settembre 2012 le vacanze di 4 o più notti (il 75,8% dei viaggi in Italia) si sono concentrate su destinazioni in sette regioni. In primis in Toscana (con l’11,2% dei viaggi “lunghi”), poi in Emilia Romagna (9,6%), Puglia (8,3%), Sardegna (7,6%) e in Liguria (7,5%).

Tre province liguri si sono distinte, in particolare, nella speciale classifica delle prime 40 province turistiche per permanenza media dei vacanzieri: Savona al decimo posto, poi Imperia al sedicesimo e La Spezia al ventottesimo.

Ad Imperia si registra, inoltre, l’incidenza tra le più elevate (8,57%) del saldo della spesa turistica sul valore aggiunto, seconda provincia in Italia solo dopo Venezia.

“I dati confermano una buona tenuta nel breve periodo delle principali mete turistiche liguri legate soprattutto all’attrattività del settore balneare – commenta Grasso –; occorre però riflettere sull’elevata incidenza dell’industria turistica per province come Imperia e Savona e i risvolti sull’indotto a essa collegato. È indispensabile tenere alta l’attenzione sulle strategie di sviluppo di questo comparto vitale per la nostra regione che non possono prescindere dal miglioramento dei collegamenti interni e internazionali, specie quelli aeroportuali, oggi ancora carenti”.

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