Cronaca

Trasformazione dello Iat in “Caffè letterario”, il Pd ingauno: “Tutti i ‘buchi neri’ di un bando sospetto”

Iat Albenga - ufficio turismo p.zza del Popolo

Albenga. A circa due settimane dalla chiusura del bando per la trasformazione dell’ex IAT di Albenga in un Caffè Letterario e dall’assegnazione di tale edificio, l’intera vicenda continua a far discutere e fare storcere il naso in particolare al Pd ingauno che ricostruisce l’iter tramite cui si è arrivati alla attuale situazione.

“Tutto ha inizio il giorno 31 gennaio – si legge nella nota Pd – quando la cittadina Emanuela Bonfiglio sottopone all’attenzione del sindaco il suo sogno: ripopolare Piazza del Popolo di giovani e persone, come nei suoi indelebili ricordi di ragazza, creando un bar al posto dell’attuale IAT che svolga anche la funzione di polo di aggregazione e di promozione turistica. La richiesta deve essere stata molto apprezzata dal sindaco, che deve essersi prodigata molto a tal proposito, perché già il giorno 22 febbraio l’idea viene discussa in giunta comunale e approvata all’unanimità. Pochissimi giorni dopo, il 7 marzo, la decisione è già ufficiale e la notizia appare su molte testate giornalistiche, sia cartacee sia online”.

“Ma analizzando il testo della delibera di giunta si notano delle stranezze – scrivono i componenti del Pd ingauno – infatti non viene in alcun modo riportato il nome della cittadina che ha elaborato la proposta, né il numero di protocollo della lettera di presentazione. Tutto ciò è quanto mai bizzarro, insomma un’amministrazione normalmente non dà inizio a procedimenti così articolati, in così breve tempo, su una richiesta fra le tante presentate quotidianamente da altrettanti cittadini. Nasce spontaneo il dubbio che scientemente si sia voluto occultare il nome della richiedente. Era forse già stato deciso a chi affidare la gestione della struttura?”.

“A seguito della pubblicazione delle decisioni prese dall’amministrazione, alcuni cittadini, tramite social networks e testate giornalistiche on line, chiedono spiegazioni sulle modalità di partecipazione al progetto, non risultando pubblicato, alla data del 2 maggio, alcun bando di concorso. Con fulminea e sospetta solerzia il testo del bando di concorso viene reso noto il 3 maggio. Sorge ora naturale domandarsi a quale titolo un’amministrazione possa mettere a bando la gestione di un edificio che rientra tra il patrimonio indisponibile del Comune? Non è prima necessario renderlo disponibile con apposita delibera di Consiglio Comunale? Non basta che una tal decisione venga presa dalla sola Giunta, poiché la stessa non ne ha facoltà”.

Si legge ancora nel comunicato: “La scadenza fissata per la presentazione di tutti i documenti richiesti è il 20 maggio. Per la partecipazione alla gara bisogna essere in possesso di requisiti specifici che abilitino alla gestione del bar, come il diploma HACCP e una consolidata esperienza maturata negli ultimi cinque anni. Inoltre, al fine di incentivare l’occupazione giovanile, il bando consente la partecipazione alle sole cooperative o società formate per almeno il 50% da persone di età inferiore ai 35 anni. Requisiti che se non si posseggono già, difficilmente si possono conquistare nell’arco di due settimane. Purtroppo per quanto concerne i servizi turistici, che questo nuovo Caffè Letterario è chiamato a svolgere, non vi è alcuna indicazione specifica, salvo la conoscenza, a qualsiasi livello, di due lingue straniere”.

“Non è richiesta una guida turistica certificata per condurre le visite alla città, non è richiesta comprovata precedente esperienza in servizi analoghi, come uno IAT o un Ufficio Turismo, che potrebbero identificare una figura professionale. Non sarebbe necessario essere maggiormente specifici su questi requisiti, piuttosto che sulla capacità di saper montare la schiuma del cappuccino o organizzare delle anguriate? Eppure questo Caffè Letterario dovrebbe sostituire il punto di Informazione ed Accoglienza Turistica. La vicenda si complica ulteriormente quando a distanza di pochi giorni, il 7 maggio, è pubblicato un secondo bando avente il medesimo oggetto. Nella versione seriore non viene più menzionato un capitolato da seguire per la realizzazione del progetto, che nel primo era richiesto ma non allegato. Probabilmente anche in questo caso le pressanti richieste dei cittadini attenti allo sviluppo della vicenda, che avevano notato l’incongruenza e la facevano notare a chiare lettere sulle pagine di Facebook, ha spinto la modifica, che però non si presenta come una correzione di una svista del precedente bando, ma come un nuovo bando”.

Spiegano dal Pd: “Nonostante ciò la scadenza dei termini di presentazione rimane la medesima del concorso primigenio, 20 maggio. A seguito di specifica richiesta viene spiegato al consigliere Vespo che non essendovi state sostanziali modifiche tra il primo e il secondo bando, non si è ritenuto necessario prorogare i termini della presentazione. Ma se chi fosse stato interessato al bando avesse ricevuto notizia solo del primo bando, si fosse rivolto ad un professionista per la stesura di un progetto di riqualificazione della struttura e tale figura professionale si fosse accorta dopo qualche giorno del mancato capitolato? O se l’aspirante concorrente non avesse letto il secondo bando e ne fosse venuto a conoscenza solo dopo aver cercato di procurarsi il fantomatico allegato mancante? Tutto ciò costituirebbe il trascorrere di giorni infruttuosi e improduttivi, ma proprio il fattore tempo è una delle principali variabili di questo concorso!”.

“Ad aggiungere matassa ad una situazione già abbastanza aggrovigliata, l’assessore provinciale al Turismo e Cultura Carla Mattea lamenta, a buon diritto, non solo la mancata comunicazione da parte del Comune delle decisioni prese in merito al destino dello IAT, ma anche la totale non curanza nel consultarsi con l’organo che gestisce l’Ufficio Informazioni ed Accoglienza Turistica di Albenga, ovvero la Provincia. Contestualmente alla querelle mediatica tra le due parti coinvolte, in data 14 maggio, viene comunicato ufficialmente al Comune di Albenga che l’erogazione del finanziamento provinciale per la gestione dello IAT dell’anno 2013, è stata interrotta, non essendo più esercitato il servizio preposto all’interno della struttura a voliera in stile liberty appositamente progettata per accogliere l’ufficio di informazione turistica”.
“Il 15 maggio, il sindaco Guarnieri, nel suo comunicato stampa parla dell’esiguità del finanziamento provinciale, ma evita di dire alla cittadinanza che a causa del proprio operato il contributo della Provincia non ci sarà proprio più – sostiene il gruppo consiliare del Pd – Riteniamo tale omissione piuttosto grave e poco sincera nei confronti dei cittadini. Nel medesimo articolo il sindaco sostiene che l’attività del Caffè Letterario è semplicemente affiancata a quello dello IAT. A tal proposito chiediamo allora come sia possibile che una simile proposta non sia contenuta nel bando? E con maggior forza sosteniamo che una più rigorosa selettività sotto il profilo dell’esperienza professionale di accoglienza del turista fosse necessaria ed imprescindibile! E inoltre chiediamo se è stata data corretta ed efficiente comunicazione ai gestori delle strutture ricettive su chi avrebbe ritirati i modelli C59 durante questo periodo di vacatio o trasloco”.

“A tal proposito vorremmo sapere anche chi si assumerà i costi e provvederà alla stampa di tutto il materiale promozionale consegnato dalla Provincia agli IAT, come le mappe di Albenga, le carte dei sentieri per escursionisti, ciclisti e motociclisti, i percorsi enogastronomici della zona, le guide sulla Riviera delle Palme, le pubblicazioni che indicano al turista i luoghi di interesse storico-culturale e le guide e mappe delle città limitrofe. Giunge presto il 17 maggio, quattordici giorni dopo il primo bando e solo nove dal secondo, quando una cooperativa consegna la prima, e poi si scoprirà unica, busta in gara”.

“Un tempo da record per stilare un progetto articolato – osservano dal Pd – E infine la quadratura del cerchio la si trova il 23 maggio, giorno dell’apertura delle buste, o meglio dell’unica busta, in gara quando si scopre che l’unica società che è riuscita a preparare, negli esigui tempi previsti, un progetto per concorrere, nonostante le modifiche in itinere, è la società cooperativa Progetto 8, il cui amministratore unico è proprio la stessa cittadina che in gennaio aveva fatto richiesta al sindaco di avviare la travagliata procedura. Singolare coincidenza? E anche il fatto che i nomi dei soci vincitori fossero già di dominio pubblico più di una settimana prima della scadenza del bando è curioso, possibile che fossero solo maldicenze poi trasformatesi in concreta realtà?”.

Conclude infine il consigliere Vespo: “In tutto questo guazzabuglio ci domandiamo quale possa essere la vera convenienza per Albenga: quale guadagno avrà la città da questa operazione? Alla fine si è data in gestione una struttura costata circa 120000€ per poco più di 5000€ all’anno per sei anni, concedendo anche un suolo pubblico di 25mq, in Piazza del Popolo, compreso nel canone; Albenga è l’unica città di una rilevata importanza della Riviera delle Palme a non avere un Ufficio di Informazione ed Accoglienza Turistica; Piazza del Popolo guadagna un altro bar, come se non ce ne fosse una decina nelle immediate vicinanze. Questa Amministrazione, che sostiene a parole di voler puntare sul turismo e sulla riqualificazione della città, nei fatti trasforma lo IAT in un ‘Caffè Letterario’, luogo di non ben precisato svago e bivacco. A noi pare che Albenga ne risulti sempre più depauperata e un po’ più presa per ‘nescia’”.

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