Cronaca

Savona, giro di false ricette mediche: patteggia un farmacista, assolta la collega

tribunale Savona

Savona. Un patteggiamento ed un’assoluzione. Si è conclusa con questo esito, questa matttina, l’udienza preliminare per la vicenda delle false ricette mediche che coinvolgeva due farmacie savonesi. Maurizio Zappia, 39 anni, di Albisola Superiore, ex direttore e socio di Spazio Salute della famiglia Saettone ed ex gestore della farmacia di Lavagnola, ha patteggiato un anno di reclusione e 400 euro di multa. La collega Barbara Pessano, che si occupava del negozio di via Montenotte, è stata invece assolta da ogni accusa per non aver commesso il fatto in abbreviato. Entrambi erano accusati di truffa nei confronti dell’Asl e falso.

Secondo l’accusa sarebbero state circa 50, per un importo di poco più di 10 mila euro, le false ricette mediche per le quali l’Asl ha regolarmente pagato le medicine che però non sono mai arrivate ai pazienti. Zappia secondo la Procura aveva totalmente falsificato due ricette (dopo aver sotratto due moduli in bianco ad un medico) e ne aveva corrette molte altre. La segnalazione era partita proprio dall’azienda Sanitaria Locale: dopo una serie di controlli un medico di famiglia si era accorto che dai report risultava che avesse prescritto dei farmaci ad un paziente mai visto. Da qui era partita l’indagine che aveva portato ad indagare il farmacista e la collega.

Zappia, difeso dagli avvocati dello studio Mazzitelli, nella precedente udienza davanti al gup Donatella Aschero aveva chiesto di patteggiare, mentre Barbara Pessano, assistita dall’avvocato Franco Aglietto, aveva preferito la via del rito abbreviato. Questa mattina in tribunale era presente anche Federico Saettone, titolare della catena di farmacie Spazio Salute, che in un primo momento era finito sul registro degli indagati salvo poi essere prosciolto da ogni accusa (il pm aveva archiviato la sua pozione). Il farmacista ha accolto con soddisfazione la sentenza: “Abbiamo passato tre anni bruttissimi e ora sono contento per l’esito del procedimento. Abbiamo sempre avuto fiducia nell’operato e creduto nell’estraneità rispetto ai fatti di Barbara Pessano. Di sicuro dopo questa vicenda prima di prendere un socio ci penserò non una, ma tre volte”.

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