Cronaca

Preti pedofili, Francesco Zanardi chiede udienza al Papa: “Noi, vittime di abusi, andiamo controcorrente”

Francesco Zanardi

Savona. Francesco Zanardi, portavoce della rete nazionale “L’Abuso” e vittima in passato di un prete pedofilo, scrive a Papa Francesco chiedendo udienza per discutere di una piaga che colpisce la Chiesa.

“Seguo con grande attenzione e speranza la Sua intenzione, emersa in pubbliche dichiarazioni come neoeletto Vescovo di Roma, di voler risolvere quello che è il dramma della pedofilia nel mondo cattolico – scrive Zanardi – Comprendo anche le difficoltà nell’affrontare questa problematica, ma al tempo stesso ritengo esistano delle soluzioni concrete e attuabili. Il problema della pedofilia nella Chiesa è un vicenda grave e dolorosa perché, come Lei sa, sono milioni i minori che quotidianamente vengono affidati alle cure del clero. La pedofilia fa del male principalmente ai bambini, ma anche ai credenti e più in generale alla Chiesa di cui oggi Lei è il massimo rappresentante, minando e incrinando l’essenza stessa dei valori sui quali dichiara di fondarsi”.

“Il comportamento pedofilo è frutto dell’ipocrisia di quei singoli sacerdoti che imparano a vivere in un mondo parallelo e ad amare in modo deviato il bambino, facendo leva psicologica sulla sua naturale richiesta di aiuto e di fiducia. Ma soprattutto è frutto del silenzio e dell’omertà dei tanti, dei troppi che nella Chiesa, pur sapendo, si voltano dall’altra parte, tradendo la loro vocazione evangelica –e quindi loro stessi–, e attenendosi alla colpevole e immorale disposizione, da sempre vigente in forme scritte o non scritte nella Chiesa, dell’occultamento dei casi riscontrati di quello che viene considerato il reato socialmente più vile: la violenza fisica e psicologica sui bambini” scrive ancora Zanardi.

“Tutto questo permette quindi il perpetuarsi di nuovi casi di abuso. I più gravi, perché frutto di una responsabilità collettiva. I più atroci, perché evitabili. Ferite sopra ferite. Come fanno uomini che hanno fatto voto alla Chiesa, donando la loro vita per lenire la sofferenza e l’ingiustizia nel mondo, a crearne di così lancinante, di così feroce, di così nuova, approfittando di piccoli esseri indifesi che rimarranno così segnati per sempre nella loro crescita? Come fanno altri uomini di Chiesa a non fermare tutto ciò? Come fanno a non voler vedere? Con le parole del Vangelo secondo Matteo: ‘Quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso’”.

“La mia battaglia per la giustizia e per la difesa dei minori ha spesso trovato nemici e omertà proprio dentro le mura della Chiesa. Mura purtroppo sempre più pregiate, e sempre meno trasparenti. Anche nella mia città, è una lotta impari tra chi come me senza mezzi cerca di denunciare le responsabilità degli abusi, e chi nella Chiesa, con grandi mezzi e nelle vesti ufficiali di autorità morale, cerca invece di occultarli, consentendo quindi indirettamente di perpetuarli”.

“In questa disputa, Le chiedo: da che parte sta secondo Lei la Giustizia, dove i valori del Vangelo? A chi Lei, uomo tra gli uomini, sentirebbe il dovere morale di tendere la mano? Da quale parte prendono vita le parole di Luca “Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime”, o quelle di Matteo “Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi”? Oppure le Sue, quelle della scorsa domenica, lanciate come messaggio ai giovani di tutto il mondo “Andate controcorrente”? Bene, eccoci qua. Cogliendo il suo appello ai giovani, noi vittime andiamo controcorrente” conclude Zanardi.

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