Savona. Lunedì 10 giugno, alle ore 10, presso l’Accademia Navale di Livorno sarà inaugurato il busto bronzeo dedicato al guardiamarina savonese Giuseppe Aonzo, comandante del Mas 21, in ricordo dell’impresa di Premuda avvenuta il 10 giugno del 1918, un episodio che destò grande impressione nell’opinione pubblica italiana e per il quale è stata istituita proprio in quella data la Festa nazionale della Marina.
Saranno presenti Giuseppe Grillo, nipote del celebre ufficiale di marina savonese; il comandante della Capitaneria di Porto di Savona capitano di vascello Enrico Moretti; il gruppo di Savona dell’Associazione Marinai d’Italia con il suo presidente Carlo Cipollina.
Il busto, alla cui realizzazione hanno contributo economicamente la Fondazione A.De Mari oltre che gli eredi di Giuseppe Aonzo, è stato realizzato dalla prestigiosa scultrice albisolese Anna Matola e sarà posizionato in uno dei viali dell’Accademia.
In parallelo il calco del busto è esposto in questi giorni presso le vetrine della Cassa di Risparmio di Savona in corso Italia fino al 14 giugno e successivamente verrà donato alla collezione del Museo navale savonese Leon Pancaldo.
Ma vediamo di ripercorrere la storia di questo uomo di mare savonese, attraverso il racconto del nipote Giuseppe Grillo. La Festa della Marina, è stata istituita per ricordare l’eroica impresa di Premuda del 10 giugno 1918, impresa in cui il Mas 15 , guidato dal C.te Luigi Rizzo, e il Mas 21, guidato dal comandante Giuseppe Aonzo, insigniti di medaglia d’oro al valor militare, si spinsero audacemente all’attacco della preponderante formazione navale austro-ungarica, affondando la corazzata “Santo Stefano”: impresa sicuramente di grandissimo significato militare, poiché ridà animo all’intero esercito italiano che di lì a poco sarebbe scattato all’assalto finale che avrebbe portato a Vittorio Veneto ed alla vittoria del 4 novembre; la flotta nemica non avrebbe più osato uscire dai muniti porti dalmati e minacciare così il fianco avanzante dell’esercito italiano.
Rizzo e Aonzo aderiscono subito con incarichi diversi alla costituzione della flottiglia mas, che sin da subito si è dimostrata un’arma micidiale contro il nemico, partecipando alle azioni che via via si rendono necessarie alle esigenze del conflitto. Il Comandante Giuseppe Aonzo nasce a Savona il 24 maggio 1887 figlio di maestro d’ascia, che all’età di 7 anni, come mozzo, prende il mare sul brigantino a palo“Andreina”.
Nel giugno del 1911 consegue la nomina a Scrivano (così allora erano definiti gli aspiranti ufficiali di coperta) presso l’Istituto Nautico Leon Pancaldo di Savona; istituto che lo ricorda con una targa in marmo posizionata alla sommità dello scalone principale, targa scolpita dall’artista Renata Cuneo che quando lo incontrò gli parlò della sua passione per il mare; nel 1913 sostiene gli esami e consegue la patente n. 1156 rilasciata dal Ministero della Marina Italiana e, nominato Capitano di Lungo Corso, riprende il mare prima come Ufficiale di seconda e primo Ufficiale poi sino alla chiamata alle armi, quella della Grande Guerra. Il 7 agosto 1914 è chiamata la sua classe per “eventualità”. Nominato capo timoniere di seconda classe, nel giugno del 1916 è trasferito alla base navale di Venezia presso la flottiglia MAS ove assume il comando di un MAS, la più piccola ma anche la più insidiosa unità da guerra della Regia Marina con la quale partecipò ad ardite perlustrazioni; nel gennaio del 1917 è promosso Guardiamarina di complemento.
Ma torniamo al 10 giugno del 1918. Quella notte due unità navali il MAS 15 e il MAS 21 al comando del C.C. Luigi Rizzo e del G.M. Giuseppe Aonzo scrissero una pagina di storia. A bordo vi erano imbarcati degli uomini che tornarono tutti sani e salvi alla base grazie alla capacità dei due Comandanti che interagirono insieme, interpretando al meglio gli ordini che gli furono affidati “…il personale del MAS ha dato prova delle più belle virtù di calma e di coraggio, sia nell’attacco che nell’inseguimento …”; dopo quella notte le unità navali austriache non diressero più i loro cannoni contro le nostre truppe sul Piave tanto da consentire la celebrazione di un altro importante giorno, quello della fine delle ostilità. Il giornalista Annibale Grasselli Barni che nel 1918 lo intervistò trentenne al rientro a casa in licenza premio per le gesta di Premuda lo descrive come “…….il vero discendente di quella stirpe magnifica di naviganti liguri, noti e ignoti, comandanti o semplici mozzi, imbarcati su grandi navi o su piccoli velieri, per i quali il mare fu miraggio costante, l’estasi, il sogno della loro prima giovinezza..”
Il 5 luglio 1918 Aonzo giunge nella sua Savona in licenza premio tra “…esplosioni di gioia …con signore che salutavano sventolando i fazzoletti fra un delirio di applausi …di inni patriottici …il giovane Ufficiale di Marina col petto decorato dai nastrini della Medaglia d’Oro al Valor Militare, di quello di Cavaliere della Legion d’Onore di Francia, dell’Ordine di San Giorgio d’Inghilterra …”. Passati i momenti di festeggiamenti e terminata la guerra, il 16 maggio 1919, a sua domanda, nonostante la promozione a Sottotenente di Vascello in Servizio Permanente effettivo e pressanti insistenze, lasciò la Marina Militare per riprendere il mare al comando delle navi cisterne “Ardor”, “Splendor” e “Fulgor” e diventare poi ispettore marittimo della Soc. di Navigazione Columbia di Genova gruppo Standard Oil Co, oggi Esso. L’umanità del Comandante Aonzo trasuda bene da questo episodio legato alla sua professione di Ispettore Marittimo della Esso.
In un’estate tra il 1930 e il 1935, nella rada del porto di Vado, esplode un incendio a bordo di una petroliera della Standard Oil Co; incendio che porta l’Aonzo ad intervenire quale responsabile della compagnia. A seguito delle ferite riportate viene ricoverato un ufficiale croato. Il periodo della degenza del marittimo avvenne a casa Aonzo, giusto per capire la sensibilità del personaggio. Tra una giocata di carte e l’altra si scopre che il 10 giugno 1918 il signor “Sholdek” (scritto da pronuncia) era imbarcato sulla Teghetoff (corazzata gemella della “Santo Stefano” che rischiò di prendersi i siluri del MAS 21 di Aonzo!) Come è vero che il destino arma e dirige i nostri “siluri”.
Nel 1933 venne chiamato a sostituire nella carica di Podestà di Savona il Marchese Assereto, carica che ricoprì sino al 1934 facendo la spola tra Savona e Genova dove avevano sedi gli uffici della Standard Oil (la carica amministrativa era onorifica).
Il 16 agosto del 1940 con il grado di Capitano di Fregata di Complemento partecipò al secondo conflitto al comando dei piroscafi “Rossini”, “Italia” e “Diamante”. Terminata la guerra è trasferito nella riserva per età a decorrere dal 24 maggio 1945 e riprende il suo lavoro alla Standard Oil che nel frattempo è diventata Esso Standard. Diverse sono le tracce anche artistiche del comandante Aonzo a Savona e in Riviera.
In città nella Capitaneria di Porto di Savona a lui dedicata è presente una targa dell’artista Sandro Soravia. Della targa realizzata da Renata Cuneo e posizionata nello scalone dell’istituto nautico Leon Pancaldo abbiamo già parlato. C’è da ricordare la locale caserma di polizia stradale intitolata a Premuda e con uno splendido bassorilievo rappresentante la Nike, autore Arturo Martini. Nella sala matrimoni di Palazzo Civico c’è un vaso del Confuoco 1968-69 dedicato dal pittore ceramista Raimondi sempre a Giuseppe Aonzo.
Non dimentichiamo inoltre la piazza a lui intitolata a Spotorno e i bagni Premuda, uno stabilimento balneare dall’antica struttura tutt’ora proprietà della famiglia Falco come allora e intitolati alla memoria di quell’evento.