Cronaca

Scomparsa di Giovanni Solari, il dottor Persico (Soccorso Alpino): “Una delle ricerche più lunghe mai fatte, non desistiamo”

Cairo Montenotte. Dopo l’entusiasmo, la delusione. Eppure le ricerche proseguono, contro qualsiasi indicazione rivelatasi poi sbagliata (come quella di una sensitiva, o presunta tale, che questa mattina aveva parlato di un uomo cosciente in un casolare della zona), contro qualsiasi pensiero pessimista, incuranti del fatto che dieci giorni da trascorrere in un bosco senza cibo sono molti, soprattutto per una persona non più giovane.

“Sì, questa mattina è arrivata la notizia di una signora che avrebbe visto Solari, vivo e cosciente, in un cascinale. Ovviamente questo ha generato grande entusiasmo al campo base, ma pian pianino si è capito che le cose stavano diversamente e che la notizia era infondata. Forse le parole del presunto sensitivo hanno ovviamente illuso i familiari, ma purtroppo era una bufala” riferisce Gianluigi Persico, medico del Soccorso Alpino.

Il figlio del pensionato, Matteo Solari, non demorde. “Non molliamo” è il suo motto. Cerca il padre, attivamente, batte bosco e sentieri, e ringrazia le tante persone che intorno fanno squadra per rendere le ricerche il più efficaci possibile.

“Questa è una delle operazioni più lunghe che si siano fatte dalle nostre parti, da questo punto di vista è atipica per la durata. Purtroppo più passa il tempo più la possibilità di un risultato positivo si riduce. Noi però non desistiamo, aspettiamo direttive dalla Prefettura per vedere come proseguire perché al momento non vi sono elementi nuovi” osserva il dottor Persico.

“Dieci gironi di sopravvivenza in un bosco sono tanti: l’uomo comunque non è affetto da gravi patologie e questo è già un fattore positivo. Sebbene i boschi offrano poco per mangiare, sono ben curati, la zona è abbastanza trafficata, e viene da pensare che sia più facile trovare un sentiero che perdersi nella vegetazione. Purtroppo Solari non ha dato indicazioni utili per il suo ritrovamento quando aveva ancora il telefono spento, forse perché in stato confuzionale. Ora attendiamo il briefing in Prefettura, per vedere se concentrarci in alcune zone piuttosto che in altre” conclude il medico del Soccorso Alpino.

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