Genova. Giuliano Ibrahim Delnevo sarebbe stato un reclutatore. Questa una delle ipotesi della Procura distrettuale di Genova a carico del genovese, morto in Siria combattendo a fianco dei ribelli e convertito all’Islam anni fa, come spiega nell’intervista che IVG.it gli fece nel 2011. La magistratura ipotizza lo stesso anche per un altro italiano convertito e tre maghrebini.
In un’intervista a Repubblica il padre del giovane ha sottilneato: “Non sono un musulmano, anzi sono un cattolico praticante, ho cercato di capire e ho provato a convincerlo a tornare indietro”. Giuliano era partito per la Siria “più di sei mesi fa, senza avvertirmi, perché per lui, mi ha spiegato, difendere le donne e i bambini dall’aggressione era una missione”.
“Quello mio e di Giuliano era un rapporto splendido, e io sono orgoglioso di mio figlio, è morto da eroe per salvare un amico” ha detto Carlo Delnevo. L’uomo spiega di aver sentito per l’ultima volta il figlio “il giorno prima che l’uccidessero. Lui era li’ a dire: papa’ io mi sento realizzato qui, ma ti devo lasciare perche’ i nemici sono a pochi metri”.
Il giorno dopo “mi ha telefonato il suo comandante, mi ha raccontato che Giuliano aveva un amico, un somalo, a cui era molto legato. Insieme avevano chiesto di andare sulla linea del fuoco. Quando mio figlio ha visto che il suo amico era steso a terra, ferito, è uscito dal rifugio per trascinarlo al riparo mentre continuavano a sparare. Così l’hanno colpito”.