Economia

Ristrutturazione Tirreno Power, preoccupazione dei sindacati: “Tutelare i 400 posti di lavoro”

tirreno power

Vado L. Se non ci sarà una significativa ripresa della domanda di energia elettrica in Italia Tirreno Power dovrà procedere alla messa in sicurezza degli impianti e ricorrere all’utilizzo di ammortizzatori sociali. Infine, l’azienda ha annunciato l’avvio di un piano di ristrutturazione convocando categorie sindacali ed Rsu sindacale in un incontro a Roma il prossimo 14 maggio.

Per la Cgil: “Premesso che da mesi siamo in attesa che l’ing. Goiso ci conceda un confronto a livello territoriale per avere elementi di conoscenza rispetto alla situazione relativa al progetto di Vado Ligure nel suo complesso. Oltre a ciò, Tirreno Power si rifiuta di affrontare la questione dell’indotto, non tanto relativamente al progetto di ampliamento, quanto alla gestione dell’ordinario considerando che, per fortuna, all’interno dell’impianto di Tirreno Power lavorano molte imprese e lavoratori in appalto di cui è necessario monitorare le posizioni contrattuali” affermano il segretario provinciale Francesco Rossello e Fulvio Berruti della Filctem.

“Da più di un anno aspettiamo che venga costituito presso la Camera di Commercio di Savona quell’Osservatorio sull’occupazione che TP si era impegnata ad attivare. Intanto, alcune imprese dell’indotto cominciano a richiedere gli ammortizzatori sociali e TP dapprima non stabilizza gli stagisti, poi avvia un percorso di ristrutturazione. Ovviamente siamo consapevoli che siamo di fronte ad una crisi talmente grave da non lasciare scampo nemmeno alle aziende che producono energia e sappiamo che altri gruppi hanno già avviato percorsi di ristrutturazione e fermato gli impianti. Proprio per questo, siccome a Vado era previsto un investimento economico importante, ci sarebbe piaciuto avviare un confronto con l’azienda per conoscerne le strategie a fronte della mutata situazione economica dell’Italia e di TP stessa” aggiungono.

“Ovviamente ci sentiamo pienamente rappresentati dai nostri referenti sindacali nazionali, ma credevamo che l’importanza dei progetti presentati su Vado, richiedessero un approfondimento specifico. Poiché TP, come già in passato, non ha ritenuto di approfondire con noi le questioni legate al progetto di Vado, traiamo da soli le nostre conclusioni sulla base degli elementi che abbiamo. E gli elementi che abbiamo ci dicono che è molto probabile che l’investimento su Vado e il relativo piano industriale non ci siano più. Di conseguenza, diventa ancor più necessario capire le strategie di TP a fronte del mutato scenario e soprattutto, diventa urgente avere le necessarie garanzie circa la salvaguardia del sito e dei posti di lavoro diretti ed indiretti e degli investimenti per il miglioramento dell’impatto ambientale previsti dal protocollo AIA” proseguono i due sindacalisti.

“Per noi quindi, il problema non è più “terzo gruppo sì” “terzo gruppo no”. Per noi da oggi il problema diventa la salvaguardia del sito e di 400 posti di lavoro tra diretti e indotto. Nei giorni scorsi le segreterie di Cgil Cisl Uil di Savona, hanno inviato una lettera unitaria alla Regione Liguria nella quale si chiedeva la convocazione di un incontro sullo stato di avanzamento dei progetti infrastrutturali ed industriali della la nostra provincia. Crediamo che oggi più che mai, sia necessario un intervento delle Istituzioni per fare il punto della situazione” concludono Rossello e Berruti.

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