Cronaca

Inchiesta Fameli, slitta per un difetto di notifica l’udienza preliminare: in 15 rischiano il rinvio a giudizio

Savona. Doveva approdare oggi in udienza preliminare il procedimento per l’inchiesta “Carioca”, quella su un presunto giro di riciclaggio, che ruota intorno ad Antonio Fameli. A causa di un difetto di notifica ed all’impedimento di uno dei difensori l’udienza, che era programmata davanti al gup Filippo Pisaturo, è stata rinviata al prossimo 25 giugno.

Nella vicenda, oltre ad Antonio Fameli, sono indagate (con le accuse in concorso e a vario titolo di riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, reati tributari, attività abusiva di intermediazione finanziaria a falso in atti notarili) altre 14 persone tra cui il figlio dell’imprenditore loanese, Serafino, la compagna del primo, Clara Juana Magino Soculaya, peruviana, e Carlo Ciccione, di Cisano sul Neva, ex commercialista con studio a Imperia, che secondo l’accusa avrebbe gestito gli aspetti contabili e finanziari delle società italiane e straniere controllate da Fameli. Oltre a loro nei guai erano finiti Giuseppe Carelli, abitante a Torino, carabiniere in congedo (negli Anni ’80 aveva prestato servizio a Loano), amico di Serafino Fameli e procuratore della società brasiliana “Pafimo Itda”; Maria Antonietta Barile, di Borghetto Santo Spirito, la segretaria di Antonio Fameli; Fabio Domenicale, di Loano, che sarebbe stato un prestanome; Carla Capello, di Borghetto Santo Spirito, anch’essa accusata di essere una prestanome di Antonio Fameli. Nell’inchiesta erano coinvolti poi altri professionisti e presunti prestanome dell’imprenditore loanese.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.