Cronaca

Confiscati i beni di Antonio Fameli: il Collegio del tribunale accoglie la richiesta

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Savona. I beni di Antonio Fameli, l’imprenditore loanese coinvolto nell’operazione “Carioca” (che lo vede accusato di riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, reati tributari, attività abusiva di intermediazione finanziaria e falso in atti notarili) sono stati confiscati. A deciderlo è stato il tribunale di Savona che ha accolto la richiesta di misura di prevenzione finalizzata alla confisca dei beni chiesta dalla Procura di Savona.

La richiesta di confiscare i beni di Fameli, gli stessi che sono già sotto sequestro preventivo su disposizione del gip, era stata presentata dalla Procura di Savona nel marzo di un anno fa. Il tribunale aveva preso in esame la richiesta nel novembre scorso e solo qualche giorno fa si è espresso sulla misura. La richiesta della confisca era collegata con l’inchiesta sull’operazione “Carioca”, ma era comunque un procedimento a parte.

I beni colpiti dalla confisca sono 44 immobili tra terreni e abitazioni a Loano (tra cui la villa sulla via Aurelia al numero 271 che aveva ospitato anche la casa da gioco “Las Vegas), Boissano e Borghetto, ma anche società straniere per un valore totale che supera i 10 milioni di euro. Si tratta, oltre alla ” e molti mini-appartamenti, nel mirino del Comune per abusi di viario genere).

Nelle scorse settimane Fameli era già stato colpito da una misura di sorveglianza speciale chiesta dalla questura di Savona: i giudici hanno applicato all’ex immobiliarista l’obbligo di soggiorno a Loano, suo luogo di residenza. Fameli non può allontanarsi dalla cittadina pena l’incorrere nelle sanzioni previste in questi casi. La richiesta della questura era stata avanzata nel timore che Fameli, che ha interessi non solo in Liguria, potesse in qualche modo far perdere le sue tracce.

I difensori di Fameli in questo procedimento – gli avvocati Maurizio Frizzi di Genova e Giampaolo Zancan di Torino avevano contestato il presupposto dell’origine e dell’accrescimento illecito, sostenendo che in realtà il patrimonio di Fameli è lo stesso, o meglio soltanto una minima parte, di quello esistente nel 1977, che venne sequestrato nel 1987 in seguito a una precedente richiesta di misura di prevenzione e quindi restituito allo stesso Fameli nel 1991.

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