Economia

Confartigianato: “I giovani liguri? Studiosi ma disoccupati”

Giancarlo Grasso

Liguria sopra la media nazionale per numero di diplomati. Secondo l’ultima analisi dell’Osservatorio regionale dell’artigianato su dati Istat, è una delle regioni del Nord Italia con il più elevato tasso di scolarizzazione superiore.

Infatti nel 2011 il 79,4% dei giovani dai 20 ai 24 anni era in possesso di un diploma di scuola secondaria superiore, un dato superiore di 3 punti alla media italiana (20,3%). Non solo: anche sul fronte dell’istruzione di grado più elevato la Liguria si mette in luce tra le regioni del Nord Italia. Con il 23,5% di laureati tra i 30 ed i 34 anni è seconda solo a Trentino Alto Adige e sullo stesso livello dell’Emilia Romagna.

Se da un lato i giovani liguri si dimostrano propensi allo studio, dall’altro il loro impegno tra i banchi di scuola e nelle aule universitarie non sembra produrre gli effetti sperati alla resa dei conti, cioè nel momento in cui devono trovare un’occupazione.

Secondo l’ultima indagine dell’Ufficio studi di Confartigianato su dati Eurostat, in Liguria gli under 35 che hanno un lavoro sono calati, tra il 2008 e il 2012, del 32%, con un trend annuo del -7,6%, la peggiore performance a livello nazionale solo dopo la Sardegna e il Friuli Venezia Giulia. Infatti, gli occupati under 35 sono passati in quattro anni da 170 mila a 138 mila. A livello provinciale, a Genova l’occupazione giovanile è calata, tra il 2008 e il 2012, del 10,3%, alla Spezia del 7,2%, a Imperia del 6,1% e a Savona del 5%.

“È evidente che la Liguria non sia una regione per giovani – commenta Giancarlo Grasso (nella foto), presidente di Confartigianato Liguria – ma soprattutto non offra particolari chance lavorative ai più preparati. Oltre che per la crisi, se oggi i nostri giovani non trovano lavoro sul territorio e spesso decidono di andare in Piemonte, Lombardia e anche all’estero è dovuto anche alla scarsa corrispondenza tra le scelte dei percorsi scolastici da parte dei giovani e la reale richiesta occupazionale da parte delle imprese”.

Per una fetta consistente (circa un terzo dei laureati) di giovani liguri che scelgono di andare fuori regione alla ricerca di un lavoro, ne esiste un’altra, di dimensioni sempre più considerevoli, che sceglie di abbandonare gli studi, forse scoraggiata dalla prospettiva di un futuro da laureato o diplomato, ma disoccupato. I giovani, tra i 18 e i 24 anni, con la licenza media e che interrompono gli studi al massimo dopo due anni di superiori, sono il 17,2% in crescita di 5 punti percentuali rispetto al 2009.

“Per contrastare il triste fenomeno della dispersione scolastica – spiega Grasso – riteniamo che l’apprendistato rappresenti uno strumento fondamentale che va incentivato sia a livello centrale sia regionale, così come previsto dalla nuova disciplina finalizzata anche al potenziamento di tirocini e percorsi formativi professionalizzanti in bottega. Una spinta ulteriore all’avvicinamento dei giovani al mercato del lavoro potrebbe arrivare dal Piano Giovani della Regione, di cui chiediamo con urgenza l’uscita dei bandi. Purtroppo siamo consapevoli che queste misure non bastino: è prioritario che il nuovo governo lavori per l’abbattimento del cuneo fiscale sul lavoro e per l’introduzione di incentivi alle imprese che assumono gli under 35”.

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