Cronaca

Spotorno, condannata a 3 anni per circonvenzione dell’anziana che assisteva: badante assolta in Appello

Corte d'appello Genova

Spotorno. Il 4 giugno dell’anno scorso era stata condannata a tre anni di reclusione con l’accusa di aver raggirato, facendosi intestare un appartamento e prosciugando il suo conto corrente, la novantenne alla quale faceva da badante. Questa mattina però la Corte di Appello di Genova ha completamente ribaltato e riformato la sentenza di primo grado che aveva colpito una sessantenne, M.T., originaria di Verona, ma residente a Spotorno. La donna è stata infatti assolta “perché il fatto non sussiste” dal reato di circonvenzione d’incapace nei confronti dell’anziana (che nel frattempo è deceduta) di cui si prendeva cura dal 2004.

Il tribunale genovese, di fatto, ha anche cancellato tutti gli altri provvedimenti che avevano colpito M.T. in primo grado quando, con una sentenza piuttosto articolata, il giudice Francesco Meloni aveva condannato l’imputata, oltre ai tre anni di reclusione, all’interdizione per 5 anni, al risarcimento della parte civile da concordarsi con separato giudizio e aveva disposto il mantenimento del sequestro preventivo (fino alla sentenza definitiva) dell’alloggio donato alla badante. Per alcuni dei reati contestati – in sostanza quelli relativi al periodo antecedente il novembre 2004 – era invece già stata pronunciata una sentenza di non luogo a procedere per prescrizione del reato.

Alla badante veniva contestato di aver ottenuto dall’anziana una procura per poter operare a suo nome in banca e sul conto corrente, di essersi fatta intestare l’appartamento di Spotorno dell’anziana dove era poi andata ad abitare, ospite della sua assistita, e infine di aver “svuotato” il conto in banca di quest’ultima. Secondo l’accusa nel 2004 i risparmi della novantenne ammontavano a circa 91 mila euro che, nel 2008, visti i continui prelievi, si erano ridotti a poco più di un migliaio di euro. Nel frattempo, nel 2007, la signora era anche stata trasferita in un ricovero per anziani. Un fatto che, unito alla donazione della casa, aveva allarmato una parente della donna che aveva deciso di presentare un esposto. Da lì le indagini e l’inchiesta che aveva portato al rinvio a giudizio della badante.

M.T., assistita dall’avvocato Fabio Bruno Celentano, fin dal principio aveva sempre respinto le accuse. L’esito del ricorso in Appello è stato ovviamente accolto con grande favore dal difensore dell’imputata che ha commentato: “La difesa non può che essere soddisfatta anche perché abbiamo sempre creduto nell’innocenza della nostra assistita”.

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