Cronaca

Spaccio di coca a Loano: uno dei marocchini arrestati ammette il coinvolgimento nel giro, l’altro fa scena muta

Loano. Uno ha fatto scena muta, l’altro ha risposto alle domande del giudice ed ha ammesso il suo coinvolgimento nel giro di spaccio. Sono stati due interrogatori dall’esito opposto quelli di Yassine Baski, 28 anni, e Mustapha El Malkhi, 37 anni, i due marocchini finiti in manette in esecuzione di altrettante ordinanze di custodia cautelare in carcere con l’accusa di spaccio. Il primo, assistito dall’avvocato Carlo Manti, ha scelto di rispondere alle domande del gip Fiorenza Giorgi, il secondo, difeso dal legale Andrea Alpicrovi, ha invece preferito avvalersi della facoltà di non rispondere.

Per entrambi, arrestati insieme ad altri due connazionali (Rachid Labssite, 31 anni, Moktar Labssite, 34 anni), l’accusa è di aver fatto parte di una banda dedita allo spaccio ed attiva sulla via Aurelia a Loano. Secondo quanto accertato dai carabinieri di Albenga e Loano, coordinati dal capitano Michele Morelli e dal luogotenente Luigi Carta, il gruppo aveva stretto contatti con decine di consumatori abituali di cocaina e riforniva i tossicodipendenti sulla via Aurelia, nel tratto vicino a piazza Vallergai. Gli inquirenti sospettano che i quattro nordafricani avessero messo in piedi un giro d’affari da oltre duecento grammi di polvere bianca alla settimana.

Decisive nell’indagine sono state le riprese effettuate dagli investigatori in strada, dove la banda era solita spacciare. I militari in borghese hanno ripreso diverse cessioni di polvere bianca, che veniva venduta al prezzo di circa cinquanta euro per ogni dose. I pusher si erano organizzati in una struttura di tipo “professionale”. Due vendevano la cocaina ai consumatori, mentre gli altri tenevano d’occhio l’Aurelia e le strade limitrofe, per avvertire i complici in caso di intervento delle forze dell’ordine.

Tra le vedette del gruppo c’era appunto Moktar Labssite, agli arresti domiciliari per un’altra vicenda di spaccio, che comunicava telefonicamente coi complici dall’appartamento nel quale era costretto a restare in base al provvedimento restrittivo. Proprio Labssite è stato ascoltato per rogatoria questa mattina a Sanremo, dove è detenuto, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere.

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