Economia

Perizia Tirreno Power, Rete savonese Fermiamo il carbone: “Non potevano non sapere…”

Tirreno Power

Vado L. La Rete savonese “Fermiamo il carbone” interviene in merito alle indiscrezioni sulla perizia della Procura di Savona sulla centrale Tirreno Power di Vado Ligure: “Ci sarebbe nesso di causalità tra l’inquinamento e i decessi per malattie cancerogene da inquinamento. Meno male che c’è la Magistratura che ha disposto le perizie, ma a questo punto ci domandiamo dove era chi per dovere istituzionale avrebbe dovuto approfondire la situazione ambientale e sanitaria? E qui facciamo precisi riferimenti: Dove era la Asl e l’assessorato regionale alla sanità e all’ambiente? e l’Arpal? Dove era il Ministero della Salute? Dove erano gli amministratori a tutti i livelli, specialmente quelli che per istituto hanno il compito di tutelare la salute? Dove era e dove guardava la Regione Liguria e la Provincia di Savona con i suoi costosi assessorati e con le sue costose strutture?

“Non potevano non sapere quello che un ente super partes come l’Ordine dei Medici aveva ufficialmente dichiarato che nelle aree interessate dalle ricadute delle emissioni della centrale si osservano elevati tassi standardizzati di mortalità, rispetto alla media regionale e nazionale sia per tutte le cause,che per malattie neoplastiche, cardio e cerebrovascolari e ancora a proposito di quei gruppi a carbone 3 e 4 parlavano di minaccia reale e consistente per la salute e per la vita dei cittadini della provincia di Savona”.

“Qualcuno avrà anche il coraggio di affermare che con la concessione dell’Aia comunque si ridurranno le emissioni. Noi diciamo basta: bisogna finalmente che i cittadini sappiano che questa autorizzazione permetterà a quei vecchi gruppi a carbone 3 e 4 di funzionare ancora per molti anni e con che limiti per il biossido di zolfo una concentrazione per So2 oltre 17 volte rispetto al limite minimo Mtd e oltre 1,7 volte rispetto al limite massimo Mtd (migliori tecniche disponibile previste dalla normativa); per il monossido di carbonio una concentrazione di oltre 8 volte rispetto al limite minimo Mtd e di 5 volte rispetto al limite massimo Mtd. Ma addirittura il futuro gruppo cosiddetto nuovo entrerebbe in esercizio con un valore di Co quattro volte rispetto al limite minimo Mtd e oltre il doppio rispetto al limite massimo”.

La rete savonese Fermiamo il carbone ha presentato ricorsi amministrativi ed ha pronto un voluminoso esposto che nei prossimi giorni sarà presentato alla Procura.

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