Economia

Mancanza di fondi per l’Istituto internazionale degli Studi Liguri: Quaini appoggia la causa in Regione

stefano quaini

Regione. Quaini scende in campo in soccorso dell’Istituto internazionale degli Studi Liguri alle prese con una situazione economica difficile. “A seguito dell’audizione svoltasi in V commissione regionale, in merito alla situazione economica in cui versa l’Istituto internazionale degli Studi Liguri, che ha visto l’intervento dei componenti della direzione dell’Istituto, intendo portare tutto il mio appoggio di consigliere allo scopo di trovare una soluzione che garantisca l’erogazione dei fondi (circa 50 mila euro) regionali necessari a proseguire l’importantissima azione culturale del centro”.

“Bisogna evitare anche la pressoché certa riduzione di personale di un importantissimo polo culturale e formativo per la nostra Regione. Inoltre sarà opportuno richiedere una serie di incontri anche con gli altri soggetti storicamente erogatori di contributi, quali la Provincia di Imperia, il Comune di Bordighera, il Casino’ di Sanremo ed il Ministero per i beni e le attivita’ culturali, per valutare le intenzioni di questi soggetti che ad oggi parrebbero intenzionati ad interrompere ogni contributo, causando di fatto la perdita di un inestimabile patrimonio culturale per la Liguria” prosegue Quaini.

“L’Istituto Internazionale degli Studi Liguri (IISL) con sede in Bordighera, è un’istituzione autonoma aperta a tutti coloro che si interessano allo studio ed alla valorizzazione della storia e dell’archeologia, dei monumenti antichi e della cultura regionale nell’arco del Mediterraneo nord-occidentale un tempo popolato dai Liguri e a tutti coloro che si collegano alla tradizione ligure. La sua origine risale al 1932 quando, sotto l’impulso di Nino Lamboglia, venne fondata la Società Storica Archeologica Ingauna e poi anche Intemelia, dal nome delle due più importanti popolazioni preromane della Liguria Occidentale. L’Istituto è articolato in Sezioni presenti in Liguria, Piemonte e Lazio che fanno capo alla sede storica di Bordighera (Museo-Biblioteca Clarence Bicknell e Centro Nino Lamboglia), sita in via Romana 39. In Italia l’Istituto esercita la sua azione soprattutto in Liguria ed in Italia settentrionale, pubblicando inoltre una serie di riviste e collane monografiche di grande valore scientifico sia per specialisti, sia accessibili a chiunque desideri ampliare la propria cultura” spiega il consigliere regionale di Sel.

“La presenza capillare sul territorio delle Sezione permette un’intensa attività scientifica (congressi,seminari, adunanze,corsi, escursioni, mostre, visite a musei,monumenti e scavi), ed in particolare nella Riviera di Ponente con attività di scavo, restauro e valorizzazione dei vari aspetti della storia regionale inoltrel’Istituto gestisce per conto dei rispettivi Comuni diversi Musei (Ventimiglia, Diano Marina, Albenga, Finale Ligure,Savona). Da oltre sessant’anni l’Istituto Internazionale di Studi Liguri, unico Istituto culturale italiano dedicato agli ‘Studi Liguri’, costituisce ben al di là dei confini regionali un sicuro punto di riferimento per la ricerca scientifica archeologica, sia terrestre che subacquea, essendo pioniere ed eccellenza in quest’ultima branca dell’archeologia che nasce nel 1950 ad Albenga con Nino Lamboglia a seguito delle prime campagne di scavo compiute sul relitto della nave romana affondata al largo della citta’ ingauna”.

“I corsi Internazionali di Studi Liguri hanno luogo con periodicità annuale presso la Sede Centrale dell’Istituto e in quello di alcune Sezioni ed hanno come scopo la specializzazione degli allievi e dei giovani studiosi nelle diverse discipline afferenti all’Istituto e nella pratica degli scavi e delle ricerche archeologiche. La Biblioteca-Museo “Clarence-Bicknell”, gestita e diretta dal 1977 dall’Istituto Internazionale Studi Liguri, costituisce la più importante raccolta di pubblicazioni archeologiche dell’Italia settentrionale. Per tutti questi motivi nel contesto della commissione si e’ evidenziata forte preoccupazione per la potenziale perdita di tale patrimonio e per aprire un ragionamento che consenta la salvaguardia del patrimonio culturale di una Regione votata al turismo ma che vede il rischio di far scomparire sia posti di lavoro che una qualificatissima attivita’ di vertice del patrimonio archeologico-culturale non solo ligure ma italiano ed europeo” conclude Quaini.

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