Loano. Aver annullato quasi sessanta multe entrando con le password dei colleghi nel sistema informatico che gestisce le contravvenzioni. L’accusa per una vigilessa in servizio al comando di polizia municipale di Loano è grave tanto che l’ha portata ad essere indagata per frode informatica, abuso d’ufficio, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e soppressione, distruzione e occultamento di atti.
Secondo la Procura infatti, tra il marzo del 2007 e il febbraio del 2009, l’agente, una quarantacinquenne che in quel periodo era in servizio nel comando della Municipale loanese (ora è stata assegnata ad un altro incarico), avrebbe cancellato 57 verbali per favorire alcuni parenti, amici e conoscenti, in tutto 13 persone. Il sistema utilizzato per far sparire i verbali sarebbe stato semplice: la vigilessa entrava nel sistema informatico “Concilia”, il programma che gestisce le contravvenzioni, con le credenziali dei colleghi e procedeva alla cancellazione delle multe.
Una prassi che sarebbe andata avanti quasi due anni, prima che l'”anomalia” venisse rilevata. Ad aggravare la posizione dell’agente c’è poi l’accusa di corruzione perché, secondo la Procura, in alcune occasioni, la vigilessa si sarebbe fatta pagare somme imprecisate da due persone in cambio della cancellazione dei verbali. Episodi che hanno fatto finire anche i nomi dei due presunti corruttori, una trentaquattrenne ed un quarantaduenne, entrambi loanesi, sul registro degli indagati con l’accusa di corruzione.
Accuse che la donna, assistita dall’avvocato Silvio Carrara Sutour, ha sempre respinto con decisione negando di essere la responsabile dell’annullamento di quei verbali. Questa mattina il caso è approdato in udienza preliminare, davanti al giudice Donatella Aschero. L’udienza però non è stata celebrata a causa di un difetto di notifica e di conseguenza il gup lo ha rinviato.