Savona. “Innovative Pharma”: inchiesta chiusa. Nei giorni scorsi dal sesto piano di palazzo di Giustizia sono infatti partite le notifiche di fine indagine, firmate dal sostituto procuratore Daniela Pischetola, che hanno raggiunto le persone indagate in questa vicenda. Le accuse contestate ai nomi coinvolti nell’inchiesta sono state leggermente modificate rispetto al momento in cui era stato aperto il fascicolo: a Gianfranco Pistone, 50 anni, e Moreno Cavazzoli, di 60, i due imprenditori e titolari della Innovative Pharma (con sedi a Carcare e Pisa), viene contestata la corruzione, ma non più il comparaggio.
Sono accusati di corruzione in concorso anche sei medici: Amatore Morando, Mauro Panaro, Pietro Caviglia, Gianfranco Barile, un dottore di Pontedera, Amerigo Celandroni e un medico calabrese, Sergio Cantafio. Infine ad un informatore farmaceutico, Achille Morando, cugino di Amatore, viene contestato il comparaggio.
Secondo la Procura i due soci della Innovative Pharma avrebbero organizzato in maniera sistematica una serie di favori a medici liguri, del savonese, ma anche di altre Regioni, per “favorire” ed “invitare” la prescrizione dei tipi di parafarmaci prodotti dalla loro azienda. Buoni carburante e cene pagate sarebbero stati gli “omaggi” più gettonati per convincere i medici a prescrivere i loro prodotti (tutti farmaci cosiddetti “bianchi” o parafarmaci, quindi vendibili liberamente). Ad esempio il 20 marzo 2012 ai medici Mauro Panaro e Gianfranco Barile sarebbe stata pagata una cena da 400 euro presso l’Hotel Capo Noli.
Secondo le accuse contestate nell’ordinanza tra le cene pagate ai medici savonesi comparirebbero anche quelle “elettorali” organizzate dal direttore di Cairo Salute e consigliere comunale del Comune Valbormidese, Amatore Morando. A provare questa circostanza ci sarebbero delle conversazioni telefoniche, ma, già quando era esploso il caso, il consigliere comunale cairese aveva smentito con decisione di aver mai accettato favori da Pistone e Cavazzoli. Un viaggio sarebbe invece il regalo per il medico Pietro Caviglia. Insomma quello messo in piedi secondo gli inquirenti era un vero e proprio sistema per corrompere i medici.
Per il sostituto procuratore Daniela Pischetola, che ha coordinato le indagini dei carabinieri dei Noe, i due imprenditori avevano “promesso”, e in molti casi effettivamente dato, benefit ai vari medici (almeno sette) coinvolti nella promozione degli integratori. Solo nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere ci sono 75 pagine di intercettazioni: telefonate compromettenti – secondo l’accusa – sulle quali la Procura ha chiesto e ottenuto l’arresto dei due principali indagati (ora ai domiciliari).
Pistone (assistito dagli avvocati Massimo Leandro Boggio e Luigi Levati), nel suo interrogatorio, avrebbe invocato un ruolo marginale nella vicenda, ma, di fronte alle contestazioni pressanti, agli stralci delle intercettazioni, avrebbe ammesso che i benefit sarebbero stati utilizzati per promuovere i prodotti. E sarebbe venuta fuori una vacanza di una settimana in Sardegna, una cena da 400 euro, pagata con una carta di credito di cui risulterebbe traccia in un messaggio sms arrivato sul suo telefonino.