Economia

Tirreno Power ribadisce: “AIA è garanzia ambientale”. E avverte: “Ricorso crea condizioni per rinunciare a investimento”

tirreno power

Vado Ligure. Tirreno Power esprime preoccupazione per il ricorso presentato dai Comuni di Vado Ligure e Quiliano contro l’Autorizzazione Integrata Ambientale per la centrale di Vado. L’azione legale dei Comuni di Vado e Quiliano, supportata dai comitati anti-carbone, dilata i tempi di giudizio e mette in forse il maxi-investimento di oltre 1,5 miliardi previsto dal colosso energetico.

Spiega l’azienda: “Il progetto avviato nel 2007, giunto dopo 5 anni di istruttoria a conclusione nel 2012, ha dovuto registrare un primo ricorso 12 mesi fa, che è ancora in attesa di una prima udienza. Un ulteriore ricorso amministrativo, questa volta contro l’AIA ovvero contro un provvedimento molto severo che impone rilevantissimi miglioramenti ambientali degli impianti esistenti con oneri per la società di ben 700 milioni di euro, rischia di creare le precondizioni perché il progetto e le risorse necessarie (comprensive dell’investimento per la nuova unità VL6 salgono a 1,2 miliardi di euro) siano destinate altrove”.

“Nello specifico – prosegue TP – in merito all’AIA è opportuno sottolineare che l’Autorizzazione Integrata Ambientale, come tutti i testi di legge, deve essere letta integralmente e interpretata in modo coerente e sistematico senza letture e/o estrapolazioni parziali che portano inevitabilmente a interpretazioni errate. In particolare, desideriamo sottolineare che i punti sollevati vanno correlati alla totalità del provvedimento prescrittivo che impone, tra gli altri, il rifacimento integrale delle unità a carbone esistenti, la copertura del parco carbonile, l’abbandono completo dell’utilizzo dell’olio combustibile e conseguente demolizione dei serbatoi. Questo significa che Tirreno Power per sottostare a tale regime prescrittivo dovrà realizzare investimenti ‘ambientali’ per circa 700 milioni di euro. Per la realizzazione di tali interventi ambientali ogni unità a carbone esistente dovrà infatti arrestare completamente l’esercizio per almeno tre anni ed essere integralmente rifatta”.

Poi la parte tecnica: “A valle del rifacimento prescritto dall’AIA, le unità raggiungeranno prestazioni ambientali, riportate a pag. 200 del parere istruttorio conclusivo (PIC), di 80 mg/Nmc per l’SO2, 85 mg/Nmc per l’NOx e 10 mg/Nmc per le polveri, che sono inferiori al 50% dei valori limite MTD (migliori tecnologie disponibili) oggi applicabili alle unità. In aggiunta a tutto ciò che costituisce un intervento prescrittivo totale e radicale che mai nessuna AIA in precedenza aveva imposto, occorre evidenziare come da subito, anche nella fase transitoria sia prescritto che le stesse unità rispettino (come riportato a pag. 180 del PIC) un limite di emissioni massiche semestrale per SO2 e NOx che di fatto limita le unità ad una emissione calcolata rispetto ad un limite di 200 mg/Nmc (MTD), e non già riferito ai limiti medi mensili di 390 mg/Nmc o di 350 mg/Nmc”.

“Si sottolinea infine, che in merito all’olio combustibile nulla è stato concesso dall’AIA rispetto al passato, anzi la nuova autorizzazione prevede l’eliminazione totale dell’impiego dell’olio combustibile dal sito produttivo, da attuarsi entro la vigenza temporale dell’AIA stessa. Nello specifico, per la fase transitoria la quantità di olio combustibile riportata alla pag. 25 del parere istruttorio conclusivo è un dato puramente teorico e si riferisce, in linea con quanto previsto dalla normativa AIA, alla massima capacità produttiva, cioè ad una marcia delle unità fittizia, simulata, condotta per tutte le 8760 ore dell’anno a piena potenza. Tale valore descrive soltanto le potenzialità tecniche delle unità e non è in nessun modo riferibile ai quantitativi reali di esercizio consuntivati” conclude Tirreno Power.

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