Cronaca

Savona, parto cesareo eseguito in ritardo: due medici a giudizio per lesioni colpose

Savona Tribunale

Savona. Potrebbe risolversi con una sentenza di non luogo a procedere per remissione di querela il processo che vede a giudizio, con l’accusa di lesioni colpose, due dottoresse dell’ospedale San Paolo di Savona. Questa mattina infatti, durante l’udienza del processo, i legali delle imputate, gli avvocati Mazzitelli e Botta, hanno precisato che le parti stanno cercando di arrivare ad un accordo per risarcire il danno. Il giudice ha quindi rinviato il procedimento al prossimo 24 maggio per permettere alla parte civile di valutare la proposta.

Se entro quella data si arriverà ad un accordo la querela verrà rimessa e, visto che il reato non è perseguibile d’ufficio, questa vicenda giudiziaria verrà chiusa. Il caso in questione prendeva le mosse da un parto cesareo ritardato di sei ore che, secondo l’accusa, era dipeso da una sottovalutazione dei sintomi della partoriente ed aveva portato ad una grave sofferenza per il nascituro, una bambina. La neonata secondo il perito dei genitori e la Procura di Savona aveva quindi rischiato un “danno organico cerebrale”.

Stando all’esposto presentato per conto dei genitori della bimba dagli avvocati Amedeo Caratti e Massimo Badella, le condizioni della gestante – una donna di 35 anni alla prima gravidanza – subito dopo il ricovero alle tre di notte, erano tali da suggerire un intervento d’urgenza. In particolare – queste le conclusioni del perito di parte, Marco Salvi – il tracciato fetale ipovariabile, con multiple decelerazioni, “era di sicuro significato patologico e indicava una grave sofferenza fetale in atto”.

Di conseguenza, secondo la Procura, il ritardo nel parto cesare, deciso alle 8 ed eseguito alle 9, “non impedivano e concorrevano a cagionare una sofferenza ipossica della neonata e le gravissime lesioni (danno cerebrale) conseguenti”.

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