Loano. Anche l’associazione a delinquere è contestata al sodalizio criminale, guidato da un italiano con quattro cittadini romeni, stroncato dai carabinieri del nucleo operativo di Albenga. I cinque agivano da professionisti, con sopralluoghi, ricetrasmittenti per tenere le comunicazioni e con un particolare espediente per valutare i tempi di reazione delle forze dell’ordine.
“E’ una banda di collaudata e specializzata – sottolinea il capitano Michele Morelli – Utilizzavano le fiamme ossidriche per aprire le serrande e sciogliere il vetro blindato, e calcolavano i tempi di intervento delle forze dell’ordine”.
“Con un fucile subacqueo sparavano sul vetro e subito dopo calcolavano quanto tempo la pattuglia impiegava ad arrivare sull’obiettivo – spiega il capitano, comandante del nucleo operativo ingauno – La mente italiana programmava e prevedeva tutto. I colpi sono iniziati a Pietra Ligure, poi un tentativo ad Alassio e a Loano. Avevano appena messo a segno il colpo a Loano quando, dopo averli inseguiti, li abbia raggiunti nel loro nascondiglio in un residence ad Imperia; abbiamo fatto irruzione e li abbiamo colti proprio mentre si spartivano la refurtiva”.
L’azione loanese è quella ai danni della gioielleria “Ghiglino”. I ladri avevano distrutto il vetro del negozio riscaldando con la fiamma ossidrica, poi avevano arraffato una cinquantina di orologi di marca per un valore di circa 20 mila euro. Ma i militari del nucleo operativo dell’Arma poco dopo hanno individuato il loro covo nell’Imperiese e hanno fatto irruzione per ammanettarli.
Sono finiti agli arresti Alessandro Falzone, l’italiano, e i quattro romeni Constantin Cosmin Cirjan, Dmitri Ciobanu, George Madalin Dinu e Mihai Robert Hretu.