Politica

Mantero in visita ai cantieri Tav: “Faremo marcia con gli abitanti della Valle Susa”

Movimento 5 Stelle

Savona. Prima “missione” ufficiale oggi per il deputato savonese del Movimento 5 Stelle Matteo Mantero. Come ha annunciato lui stesso tramite il suo profilo Facebook, questa mattina, insieme ai colleghi Sergio Battelli e Simone Valente, visiterà i cantieri della T.A.V in Val di Susa. “Ci uniremo agli abitanti della valle per una marcia di 8km. Sempre oggi il Presidente della Regione Burlando ci aveva inviato ad un incontro a Palazzo Ducale dal titolo ‘Lavoro, imprese, istituzione: insieme per un futuro sostenibile’. Gli abbiamo risposto che non saremo presenti con una lettera aperta” spiega Mantero.

Questo il contenuto integrale della risposta a Burlando: “In merito al Suo invito per l’incontro del 23 marzo, ci troviamo costretti a declinare in quanto saremo impegnati in una vista ufficiale pressi i cantieri per la T.A.V. in Val di Susa. Oltre alla visita ai cantieri parteciperemo anche alla manifestazione organizzata dal movimento No TAV, proprio perché riteniamo questo l’emblema della cattiva gestione delle risorse nel nostro paese. Si ricorda cosa disse Lei commentando in proposito? Che se un’opera era osteggiata dalla popolazione, non si doveva fare. Perché non dovrebbe valere lo stesso per molti cantieri della Liguria, altrettanto invisi? Continuare a indirizzare i capitali in grandi opere, utili solamente a chi le realizza, non porta lavoro e crescita, lo dimostra la crisi che stiamo passando, crisi di sistema: porta solo il degrado del territorio, inquinamento e pesantissimi costi indiretti sulla comunità soprattutto per quel che riguarda la salute”.

“I fondi di cui Lei parla devono essere utilizzati per rilanciare le piccole attività locali, l’agricoltura, le piccole imprese artigiane, il turismo, ma non solo quello mordi e fuggi. Dovrebbero essere investiti per recuperare il nostro entroterra, per la pulizia dei boschi e dei fiumi, per la messa in sicurezza delle zone a rischio di smottamento, che oltre a portare nuova occupazione ci farebbero risparmiare i molti milioni di euro che invece spendiamo nelle emergenze. Non regalati a grandi società che da un momento all’altro potranno decidere di chiudere o trasferire la produzione all’estero lasciando in eredità solo territori distrutti e lavoratori abbandonati che si troveranno loro malgrado a gravare sull’intera comunità. Gli investimenti che Lei auspica noi li vediamo con terrore. Non è più accettabile agire irresponsabilmente come avete fatto fino ad oggi, dando di fatto carta bianca ad aziende ed industriali con la scusa del ricatto occupazionale, pochi posti di lavoro (a fronte di molti altri persi), barattati con la salute e lo stupro delle nostre risorse. Mi riferisco ad esempio alla piattaforma di Vado Ligure, un inutile regalo alla Maersk o alla concessione, praticamente incondizionata, dell’ampliamento della Centrale Tirreno Power sempre a Vado Ligure, che oltre a gravare sulla società per centinaia di milioni di euro annui di costi indiretti, è di fatto la condanna ad una morte prematura per decine di cittadini ogni anno. Chi si è preso la responsabilità di questa decisione dovrà risponderne in prima persona”.

“Pensando al rilancio della nostra regione e del nostro Paese non possiamo più permetterci uno sguardo miope sul futuro più prossimo, facendo scelte che, per sistemare questo o quel buco di bilancio o per ridare un po’ di ossigeno ad un’economia stagnante, ci condannino a pagarne le conseguenze, economiche e non solo, per decenni. Ci permettiamo di riportare una riflessione, ripresa da Facebook, di Domenico Finiguerra, ex sindaco, ex esponente del PD, tra i fautori dello stop al consumo del territorio. ‘Una possibile ricetta per la disoccupazione? Nuovi posti di lavoro? Cura del dissesto idrogeologico e piano nazionale di piccole opere (dai marciapiedi alle fognature, dal recupero dei centri storici alla messa in sicurezza di tutte le scuole) sbloccando il patto di stabilità e dirottando le risorse dalle grandi opere verso opere di buon senso; efficienza energetica degli edifici; tutela del paesaggio, dell’ambiente e della bellezza per farne attrazione turistica (l’Italia ha la metà degli addetti nel settore turismo della Gran Bretagna); una nuova riforma agraria (dalla monocoltura intensiva ai piccoli produttori locali); nuovo modello di gestione dei rifiuti (strategia rifiuti zero). Si potrebbe partire domani mattina. Basterebbe volerlo. Basterebbe voler mettere veramente in discussione questo modello decotto e decadente'”.

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